Casale Monferrato: nel duomo il crocefisso alessandrino
Chi ha visitato il Duomo di Casale Monferrato, dedicato a Sant’Evasio, ha potuto ammirare uno splendido e imponente crocefisso ligneo che scende dalla volta del Presbiterio al di sopra dell’altare maggiore.
Dietro a questa pregevole opera c’è tutta una storia che proviamo a riassumere.
Correva l’anno 1215 quando una coalizione composta da Astigiani, Alessandrini e Vercellesi mise a ferro e fuoco Casale (la città rinascerà solo nel 1219) impossessandosi delle reliquie del santo patrono, quel Sant’Evasio a cui è dedicata la cattedrale, insieme ai corpi dei Santi Natale e Proietto e a due banderuole: un angelo (ora sparito) e un galletto (che oggi fa bella mostra in cima a Palazzo Rosso, sede del Comune di Alessandria).
Il tutto fu trasferito nell’antico Duomo di Alessandria (era situato dove ore c’è la centralissima Piazza della Libertà e fatto abbattere a inizio ‘800 su ordine di Napoleone).
Trascorrono poco meno di duecento anni e arriviamo al 1403: Bonifacio Cane detto “Facino”, nato a Casale, condottiero di compagnia di ventura e crudele mercenario al soldo di varie famiglie, sconfigge e saccheggia Alessandria, sottraendo dal duomo, quale preda di guerra, il crocefisso che ancora oggi domina dall’alto la navata centrale del duomo casalese. Insieme al crocefisso, Facino Cane riporta in “patria” anche le reliquie dei tre Santi ma non riporta a casa l’angelo e il galletto.
Il crocefisso fu posto sull’arco trionfale della cattedrale monferrina e li vi rimase fino alla fine del XVIII secolo quando fu spostato in sacrestia.
Salto temporale e arriviamo al 1930 quando il canonico Luigi Carlo Saglio, recandosi in chiesa, si rese conto che il crocefisso, insieme a due statue originali raffiguranti Teodolinda e Liutprando, stava per essere venduto a un antiquario.
Il canonico riuscì a far sfumare la vendita, fece restaurare il crocefisso e lo fece posizionare dove si trova ora: nel presbiterio, al centro della crociera, in una collocazione così in alto dove non era facile raggiungerlo.
CROCEFISSO
Alto più di due metri è montato su una croce lignea alta poco meno di tre metri; il suo peso è di circa 130 kg ed è rivestito da una lamina d’argento tranne il perizoma e la corona che è in rame. La tecnica del manufatto è mista: oreficeria, scultura e intaglio. La corona si presenta bordata da una sottile filigrana arricchita da castoni di vetro e cristalli di rocca. La croce è contornata da gemme alternate tra castoni più grandi e più piccoli. Purtroppo sia nel contorno sia nella corona alcune gemme sono andate perse.
La datazione del crocefisso è agevolata dalla sua provenienza in quanto potrebbe far parte della prima dotazione della vecchia cattedrale di Alessandria, edificata tra il 1170 e il 1175, anno in cui fu elevata a sede vescovile. Lo stile confermerebbe la datazione mentre la manifattura rimanderebbe a una produzioni in ambito locale.
Infatti Gesù è identificato nell’iconografia del Christus Triumphans, ovvero il Cristo trionfatore sulla morte, con occhi spalancati che si presentano senza iride e pupilla (forse un tempo colorato con pigmenti). Il naso parte, regolare e rettilineo, dalle arcate sopraccigliari e va a spiovere su una bocca serrata e in parte nascosta dalla barba. Sotto la corona sono visibili capelli e orecchie. Questo volto non fa trasparire emozioni ma una grave fissità.
La figura è eretta e frontale, capo centrato tra le spalle, braccia leggermente piegate, mani aperte, dita delineate. Le gambe sono parallele mentre i piedi inchiodati appoggiano su un palchetto.
Duomo di Casale Monferrato Largo Monsignor Giuseppe Angrisani, 1 - Casale Monferrato
Telefono: 0142452520