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Difendiamo il nostro patrimonio culturale

Il grave fatto di cronaca avvenuto l’altro giorno a Firenze, in Santa Croce, dove il crollo di un elemento architettonico, un peduccio di pietra per la precisione, ha procurato la morte di un turista spagnolo ci deve portare a una riflessione molto più ampia sul nostro patrimonio storico e culturale.

Non voglio soffermarmi sugli aspetti di cronaca e nemmeno fare ipotesi o congetture: voglio solo provare a fare un ragionamento.

L’Italia è, per antonomasia, la culla di molteplici culture che attraversano i secoli, quindi di turismo culturale dovremmo poter vivere bene e garantire reddito e posti di lavoro.

L’Italia è una nazione appetibile da questo punto di vista, ricercata da viaggiatori e da turisti, capace di offrire emozioni con il suo patrimonio storico – artistico – culturale, un patrimonio da difendere. Poi ci guardiamo attorno e scopriamo che questo patrimonio rischia di sparire e per sempre, sovente per incuria, molte volte per mancanza di fondi.

Il grido d’allarme l’ha lanciato alla presentazione della giornata Fai d’autunno il ministro Franceschini, quando afferma che il Governo da solo non riesce a coprire tutte le necessarie opere di restauro e conservazione dei nostri beni culturali e che diventa necessario sempre più l’apporto dei soggetti privati.

Questo in parte già avviene, bisogna solo incentivarlo ulteriormente a cui il Governo si deve affiancare sforzandosi di trovare risorse adeguate perché anche il bene culturale rappresenta un importante volano per la nostra economia e produrre reddito coinvolgendo tutto quello che ci gravita intorno: prodotti tipici, artigianato, commercio.

Evitiamo, quindi, di depauperare il nostro patrimonio culturale affinché anche i nostri figli, nipoti, pronipoti possano vivere la gioia di ammirare i capolavori che la nostra nazione possiede e, spero, conserva.

Un antico proverbio indiano è la frase con cui voglio chiudere questa breve riflessione, una frase che può tranquillamente essere estesa anche ai beni culturali.

“La Terra non ci è stata lasciata in eredità dai nostri padri, ma ci è stata data in prestito dai nostri figli”.

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