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Skyline: tra passione, amicizia e progetti futuri

Gli Skyline nascono nel 2003 da un’idea di tre ragazzi del quartiere Mirafiori sud di Torino, Gianluca Rindone, Jari Bezzolato e Andrea Ramondetti, l’idea del nome è di Jari (bassista) grande fan degli U2 che in quel periodo viene colpito da una frase del testo di The Hands that built America degli U2 appunto.

Il primo album è autoprodotto ed esce nel 2010, si tratta di The other words, il disco vede l’intervento di diversi elementi e cambi di line up, l’impronta del sound è quella più rock anni 80, ossia la musica che i ragazzi hanno ascoltato e amato sin da sempre e a proposito di ciò apriamo con loro una parentesi sulla musica oggi, sui music talent e nasce un inevitabile confronto, sono tutti concordi nell’affermare che qualcosa è cambiato e purtroppo in peggio: “Non è per sparare gratuitamente su questi format ma quando la qualità passa in secondo piano e il centro di tutto diventa fare business in maniera facile, purtroppo la musica perde e perde anche molto, in generale oggi manca il concetto di gavetta, del costruire qualcosa lottando, che per quanto possa essere talvolta frustrante, dall’altro lato ti permette di avere molta più ispirazione e coinvolgimento nella composizione dei testi e delle musiche per esempio, di essere credibile e realizzare un bel prodotto, in ogni caso personale e soddisfacente”.

Sappiamo bene come oggi le case discografiche non vogliano più investire su certi generi, il rock per esempio, ma anche il blues e il jazz, i generi che non molti decenni fa hanno ispirato sia il pubblico (ragazzi come loro) sia gli addetti ai lavori. Ed è un po’ come un gatto che si morde la coda, in quanto se le radio mainstream e i programmi TV propongono solo uno o due generi musicali e solo un tipo di approccio inevitabilmente anche il pubblico sarà in questo modo influenzato. Mi raccontano come sia difficile oggi sperimentare nuovi suoni ed essere originali, dopo che i mostri sacri della musica internazionale hanno già mostrato tutto e dopo che tutto è così facilmente sperimentabile tramite il digitale per esempio, ma loro ci provano, sono capaci di stare più di cinque ore in sala a lavorare su un’ispirazione di uno qualsiasi dei musicisti fino all’ispirazione successiva, in questo li aiuta molto il provenire da ambienti musicali diversi fra loro, ognuno porta il suo vissuto ed è così che si possono amalgamare suoni il più originali possibile.

Tornando agli album, nel 2016 esce il loro secondo album Nowhere hereed è con questo che raggiungono la formazione attuale, con l’ingresso di Fabio Gagliardi alle tastiere e di Edoardo Pacchiotti alla voce e ai testi. I due nuovi arrivati portano un grande cambiamento all’interno della band ed una certa omogeneità, innanzitutto le musiche vengono cucite addosso alla voce del cantante ed il sound si è fatto decisamente più moderno; così sarà anche il terzo album al quale stanno già lavorando.

Tanti sono i concerti che hanno portato in giro per il Piemonte e l’Italia in questi anni, tante anche le soddisfazioni, prima fra tutte quella che li ha visti tra i pochi artisti selezionati in tutta Italia per la partecipazione al Fiat Music Festival organizzato da Red Ronnie e Fausto Mesolella e che li ha portati ad esibirsi al Jazz Club di Torino nell’ottobre del 2016 in occasione dell’uscita del loro album; diversi festival e contest li hanno premiati come finalisti e semifinalisti nel corso degli anni e diverse radio italiane li hanno ospitati per un’intervista (Radio Centro95 e Radio Italia 1). Ora sognano un tour europeo.

Degno di nota il video del singolo Nowhere here, girato nell’arena di Susa (To), con l’idea del regista Alberto Martin; un aneddoto riguardo il giorno delle riprese: era prevista pioggia e i ragazzi erano già rassegnati al peggio quando li ha sorpresi un vivacissimo sole contro ogni pronostico! Infine chiedo loro cosa si deve aspettare dai loro concerti chi non li ha mai visti dal vivo; mi rispondono con molta semplicità: “Noi abbiamo vinto se la gente batte le mani o tiene il tempo con il piede, se il pubblico si diverte e si emoziona, vogliamo solo trasmettere quello che siamo e che ci lega da così tanto tempo, siamo una band che per scelta fa inediti e lo facciamo nella forma più classica se così si può dire , siamo una band composta da chitarra, basso, voce , batteria e tastiera e amiamo il pop/rock, l’hard rock e trovarci insieme anche solo per una birra e una serata tra amici, perché siamo questo prima di tutto, diversamente forse non saremmo riusciti a restare insieme per quattordici anni ed è quindi questo che vede la gente durante i nostri live, la voglia di stare insieme, la soddisfazione di aver costruito qualcosa , l’amore per il rock e la musica vera in tutte le sue forme, c’è molta energia nei nostri live”.


FORMAZIONE

Edoardo Pacchiotti: Voce e testi

Gianluca Rindone: chitarra

Jari Bezzolato: basso

Fabio Gagliardi: tastiera

Andrea Ramondetti: batteria

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