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Quale collegamento tra Museo Egizio e Torino Misteriosa?

Normalmente il mio articolo sulla Torino magica e misteriosa viene programmato per il primo martedì del mese, però cogliendo il fatto che domenica 14 gennaio l’Associazione Modernizzatori organizza un evento che comprende anche il tour della “Torino Misteriosa” e la visita al Museo Egizio, ho deciso di fare il classico “strappo alla regola”.

E non potevo che dedicare l’articolo alla correlazione proprio tra la “Torino Misteriosa” e il “Museo Egizio”.

Una leggenda narra che a fondare Torino furono gli Egizi.

Il principe Pa Rahotep, chiamato Eridano in onore della stirpe da cui discendeva, fratello di Osiride, sbarcò sulle coste liguri, dopo aver lasciato l’Egitto all’epoca del faraone Amenophi I in seguito a litigi e problemi avuti con la casta sacerdotale; attraversati gli Appennini, dopo lungo girovagare alla ricerca di terre da conquistare, giunse sulle rive del Po, che gli ricordò il fiume a lui sacro, il Nilo, mentre la Dora, Iside la sua sposa.

Qui fondò una colonia egizia, impose ai suoi sudditi il culto del dio Api, raffigurato in un toro, e fece costruire un tempio dedicato a Osiride nel luogo dove ora sorge la Gran Madre.

Questa è solo una leggenda, appunto, priva di prove.

La realtà, invece, è che Torino ospita il Museo Egizio, secondo per importanza dopo quello del Cairo.

Furono i Savoia a sostenere e a diffondere l'interesse per l'egittologia, così come quello per l'occultismo e l'esoterismo in genere. Il Museo venne fondato nel 1824 da Carlo Felice di Savoia, che acquisì per l'occasione alcune famose e ricche collezioni di reperti.

Cosa collega il Museo Egizio alla Torino Misteriosa?

Il Museo conserva, inoltre, nelle sue sale anche due reparti che rappresenterebbero il bene e il male, il positivo e il negativo: la Mensa Isiaca e il Libro dei Morti.

Torino, Museo Egizio. La Mensa Isiaca (foto dal web)

La Mensa Isiaca è una tavola in bronzo ageminato che i Savoia acquisirono dalla collezione Gonzaga e che fu ritrovata a Roma durante il sacco dei Lanzichenecchi. È una tavola illustrata ispirata alle tradizioni religiose dell'Antico Egitto, con al centro la raffigurazione della dea Iside. Secondo alcuni esoterici la tavola in questione ispirò le forme dei Tarocchi, la cui ideazione viene tradizionalmente attribuita al dio egizio Thot. Inoltre sono esposti anche alcuni papiri con riproduzione del Libro dei Morti, come quello di Kha. Secondo la tradizione religiosa degli antichi Egizi, questi libri contenevano le formule necessarie al defunto per resuscitare dalla morte e intraprendere il viaggio verso l'aldilà. Alcuni esperti di esoterismo ritengono che esporre pubblicamente tali formule che normalmente venivano chiuse e sigillate all'interno dei sarcofagi, sia pericoloso, in quanto esse potrebbero attirare l'attenzione di qualche "anima vagante" e riportare in vita spiriti che dovrebbero essere lasciati in pace, e che andrebbero a unirsi alla già nutrita pletora di fantasmi che popola ed infesta la città.

Torino, Museo Egizio. Il libro dei morti (foto Museo Egizio)

Inoltre, a detta di alcuni esperti esoterici, alcuni reperti conservati nel Museo sono in possesso di una carica positiva molto forte ma come contraltare sono presenti anche oggetti carichi di energia negativa e malefica. I reperti che riguardano il Faraone Thutmosi III, maestro nelle discipline esoteriche, sono quelli carichi di energia positiva e benefica contrariamente a quelle del Faraone Tutankamon e del malefico Seth, fratello e assassino di Osiride considerato il dio dei morti e dell’oltretomba, carichi di energia negativa.

Il Museo Egizio è dunque un enorme campo energetico di flussi maligni e benigni ma parrebbe che quelli con una carica positiva sarebbero in numero superiore.

Chi aderirà all'iniziativa organizzata dall'Associazione Modernizzatori avrà modo di scoprire tutto questo; per maggiori informazioni vi rimandiamo al seguente link https://www.facebook.com/events/242058112990631/

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