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Torino misteriosa: i poteri energetici della Mole Antonelliana

Nuovo appuntamento con la Torino Misteriosa: come anticipato giovedì scorso parleremo della “Mole Antonelliana”, il simbolo architettonico di Torino, iniziata dall’architetto novarese Alessandro Antonelli nel 1863 e vale tutto il prezzo del biglietto d'ingresso: dall'alto dei suoi 167,50 metri d'altitudine, infatti, si può godere della splendida vista panoramica di tutta la città. L’interno della Mole ospita, per gli appassionati cinefili, il Museo Nazionale del Cinema.

Concepita originariamente come sinagoga, nel 1869 la comunità ebraica ne abbandonò l’edificazione per motivi economici; venne acquisita nel 1878 dal Comune di Torino che ne completò la costruzione per farne un monumento all’unità nazionale.

Torino, Mole Antonelliana. Foto di Giusy Virgilio

L’opera fu terminata nel 1889, non dall’Antonelli (morto novantenne l’anno prima) ma da suo figlio Costanzo. Antonelli padre lavorò alla Mole fino alla sua morte: era famoso l’ascensore azionato da una puleggia che issava il quasi novantenne architetto in vetta della sua cupola per permettergli di verificare personalmente lo stato dei lavori.

Antonelli chiamava il suo progetto "un sogno verticale".

Sulla sua sommità, in origine, fu eretto il Genio Alato, comunemente scambiato per un angelo, una statua dorata alta 7 metri simile a quella posta in cima alla fontana del Frejus in piazza Statuto. L’Angelo cadde l’11 agosto del 1904, colpito da una folgore. Tutte le cronache dell’epoca parlarono di un fatto che aveva del “prodigioso”: la statua, pesante tre tonnellate restò in bilico sul terrazzino sottostante e non fece nessuna vittima.

Rimasto quasi intatto, non fu comunque rimesso sulla sommità della Mole ed è conservato ancora oggi all’interno della Mole.

Al suo posto fu sistemata una stella a cinque punte simile ma più grande di quella che era posta sulla testa dello stesso genio alato (altra similitudine con la statua di piazza Statuto): anche la stellae non ebbe tuttavia sorte migliore.

Alle 19,20 del 23 maggio 1953 un secondo tornado spezzò la punta della Mole facendo cadere 47 metri di cuspide. La cupola cadde verticalmente, a candela, nel piccolo giardino della RAI sottostante, sull’unico fazzoletto di terra non edificato della zona. Anche quella volta, straordinariamente non ci furono morti.

I lavori di ristrutturazione terminarono nel 1960 e in cima alla guglia fu posta una stella a dodici punte tridimensionale che ancora oggi ammiriamo Perché ci occupiamo della Mole in questa rubrica?

La Mole è considerata uno dei simboli esoterici di magia bianca e rappresenta uno dei tanti simboli massonici italici, infatti Alessandro Antonelli era un massone.

Secondo gli esperti di esoterismo si tratterebbe anche di un’enorme antenna dalla base piramidale che tende al cielo in grado di catalizzare l’energia che capta dal cielo stesso e che aspira dalla terra irradiando l’energia positiva sulla città di Torino, una energia di tipo maschile (quella femminile è invece collegata alla Gran Madre) in grado di fare da equilibratore. Nietzsche vide nella Mole l’immagine di Zarathustra; in una sua lettera scriveva "Sono passato vicino alla Mole Antonelliana, l'edificio più geniale che è stato forse costruito per un assoluto impulso verso l'alto – non ricorda nient'altro se non Zarathustra. L'ho battezzato Ecce Homo e l'ho circondato nel mio spirito con un immenso spazio libero".

Nella sua permanenza a Torino (1888-1889) il filosofo amava proprio pranzare nei dintorni della Mole per goderne i benefici influssi, abitudine raccontata dal suo biografo, Anacleto Verrecchia.

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