Torino: la "casa degli spettri" in via Barbaroux
La “casa degli spettri” è in via Barbaroux 7 a Torino.
Un giorno di pioggia, un rilegatore torinese ebbe un inquietante incontro con una coppia di spettri, marito e moglie, in vita rispettivamente uccisore e vittima del consorte.
Nel 1798 in un appartamento al secondo piano dell’attuale civico 7 di via Barbaroux, allora via Guardinfanti, accadde un dramma della gelosia: un uomo uccise la giovane moglie con due coltellate, poi si suicidò con un colpo di pistola.
La casa dopo questo avvenimento iniziò a subire una fama sinistra e nessuno volle più abitare in quell’appartamento dove ogni notte si sentivano animate discussioni, urla femminili e un colpo di arma da fuoco.
Il 18 maggio 1818 Antonio Garone, un giovane che abitava da poco a Torino e all’oscuro della vicenda, uscito dalla sua bottega di legatore per prendere una boccata d’aria vide una giovane donna vestita con abiti fuori moda che camminava spedita a capo scoperto sotto la pioggia comportandosi in modo strano.
Antonio la seguì per i vicoli bui e la vide salire nella casa di via Barbaroux e lì assistette al remake del triste evento.
Alla donna stesa a terra chiese se poteva fare qualcosa per lei e lei rispose che era intrappolata in quella casa con il marito per mancanza di pietà “ci giudicarono e nessuno pregò per noi”.
Antonio fece dire messe e recitare preghiere per i due infelici, prese in affitto quell’appartamento e pian piano tornò la pace e a lui sembrò di avere una presenza amica che vegliava su di lui.
Via Barbaroux è la parallela di Via Garibaldi.
La lunga e stretta arteria che va da via Pietro Micca a corso Siccardi fu intitolata nel 1860 a Giuseppe Barbaroux ed è uno dei luoghi più affascinanti di Torino, precedentemente divisa in via Guardinfanti (che dava il nome a una intera contrada e dove ancora oggi si può rivivere l’antico spirito di Torino) e via della Madonnetta. Attualmente è ancora carica di suggestioni.
Vi sono ambientate le storie e le leggende più intriganti della città antica, presenta edifici e angoli che parlano un linguaggio misterioso, a partire dalla chiesa della Misericordia per proseguire con la casa dove si dice abbia abitato Cagliostro (ora al n. 27 completamente ristrutturata), la piazzetta dell’Università dei mastri minusieri, le botteghe artigiane che un tempo vi si aprivano, i palazzi gentilizi, molti dei quali abitati da fantasmi, le tracce medievali di alcune facciate. I Guardinfanti, cui parte della via era intitolata un tempo, risalgono al XVI e XVII secolo: erano le ingombranti strutture, poi chiamate “crinoline”, con cui le signore mantenevano gonfie le loro gonne e vennero perfezionate nel 1860 da un sarto parigino; nella contrada esistevano numerosi Atelier per la loro confezione, dove le gentildonne andavano a rifornirsi.
Via Barbaroux è una delle stradine della Torino antica che ha tratto maggiori vantaggi dalla ripulitura seguita al degrado degli anni dai ‘70 agli anni ‘80: oggi è diventata un elegante via dello shopping e ha ritrovato la sua aura intrigante, facilmente percepibile.
Chi era Giuseppe Barbaroux? Giuseppe Barbaroux fu un avvocato e uomo politico nel regno di Sardegna, sia con Vittorio Emanuele sia con Carlo Alberto.
Laureato “in utroque iure”, ossia in diritto civile e in diritto canonico.
Abile diplomatico, figlio di un commerciante di tessuti che ebbe il titolo di conte per i servigi resi della corte, autore di importanti riforme dei codici, ministro guardasigilli. Pose fine ai propri giorni lanciandosi da una finestra del ministero 14 marzo 1843: la sua inquietante fine (si suicidò o “fu suicidato”?) ben si accorda con l’atmosfera della via che gli fu dedicata.