Fanali di scorta: il segreto della musica è l'ironia
Ho il piacere e l’onore di aprire il nuovo anno presentandovi i Fanali di scorta. Attivi sulla scena musicale dal 2000, nati da un’idea del poliedrico Daniele Chiarella che in realtà si unì ad un progetto già esistente e decise però di portarlo avanti anche dopo diverse dipartite e vicissitudini.
Questo in breve, l’inizio dei Fanali. Da lì in poi è stata un'escalation: "Certo ci sono stati anche periodi di stallo, ma in linea di massima non ci siamo mai fermati, questo ha fatto sì che siamo riusciti a sopravvivere ed ottenere parecchie soddisfazioni, oltre all’ironia ovviamente - mi racconta Daniele - nei nostri testi sempre presente ed è importantissimo non prendersi troppo sul serio, fondamentale direi”. Tra pubblicazioni di singoli e raccolte, riedizioni, rivisitazioni, girando per tutta l’Italia e anche l’estero, toccando il funk, la musica d’autore, a cui Daniele è particolarmente legato, fino al reggae e sfiorando la bossa nova in effetti non si sono mai fermati, sono tra i pochi gruppi della scena underground ad aver attraversato almeno un paio d’epoche diverse, mi racconta Daniele: le prime registrazioni le facevano a casa con le cassette, poi è arrivato il digitale, MySpace, il primo social musicale che realmente funzionava perché faceva effettivamente incontrare le persone, mentre oggi abbiamo tantissimi più mezzi a disposizione, forse troppi , troppi stimoli, sia per gli artisti che per il pubblico e diventa difficile seguire la musica, prima di tutto perché non esistono più i luoghi della musica: “A inizio anni 2000 a Torino c’erano il doppio dei locali per suonare e soprattutto la gente aveva voglia di incontrarsi, purtroppo è una realtà di fatto che stiamo vivendo, un periodo culturale in cui regna la negatività, il pessimismo, la diffidenza verso il diverso, mentre la musica per sua natura unisce, è libertà, quindi se non c’è desiderio di libertà e di stare insieme, la musica è la prima a patirne le conseguenze”.
Sono i portavoce del genere freak ‘n roll che per loro significa appunto fare semplicemente la musica che piace e non prendersi sul serio, questo lo si vede anche nel disco Mojito Express dove mi raccontano, ci sono delle imperfezioni che tornassero indietro avrebbero corretto ma è proprio quello il bello, è stato registrato in presa diretta per catturare il momento e l’ispirazione e questo atteggiamento ha ripagato visto che è stato un disco tra quelli che ha venduto di più della loro discografia.
L’ironia nei testi è palese appunto come, nell’ultimo singolo Autista GtT dove raccontano senza peli sulla lingua le vicissitudini di un uomo invaghitosi di una ragazza incontrata sui mezzi pubblici, e a proposito del singolo, ci mettiamo a parlare di video, altro aspetto interessante che Daniele ama seguire in prima persona e i Fanali amano l’idea di slegare completamente la storia del video da quella della canzone che non devono necessariamente coincidere in maniera letterale ma devono lasciare spazio all’immaginazione e far divertire ovviamente, ed ecco che torna l’ironia; ironia che ritroviamo nuovamente parlando anche dei live: “Se nel disco e nel panorama mainstream il dolore e il pessimismo fanno presa, dal vivo invece è l’atteggiamento scanzonato ad avere la meglio, divertirsi e far divertire!”.
Quando gli chiedo di raccontarmi un aneddoto divertente Daniele scoppia a ridere raccontandomi di quando nel 2001 volevano irrompere all’interno di una discoteca durante una festa pomeridiana. "Il locale era gremito di adolescenti, la musica era quella techno ma, d’accordo con il dj ad un certo punto la musica si sarebbe fermata e durante la pausa e la distribuzione della pizza si sarebbero dovuti introdurre i Fanali sovvertendo completamente la situazione con effetto sorpresa e così è stato, anche se non come previsto, la pausa è durata pochi secondi e la band non ha nemmeno fatto in tempo ad iniziare l’esibizione che i ragazzi in preda all’alcol hanno cominciato ad acclamare e a salire sul palco e in ogni dove aggrappandosi ai musicisti e agli strumenti, è stata una scena memorabile davvero, alla Blues Brothers, in quel momento ci siamo sentiti delle 'Rock Star', era così surreale, ma normalmente siamo dei ragazzi semplici e con questo spirito continueremo ad andare avanti con la nostra musica e con tutto quello che abbiamo da dire".
FORMAZIONE
Daniele Chiarella: voce e chitarra
Carlo Peluso: tastiere
CONTATTI
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