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Torino misteriosa: gli "occhi del diavolo"

Torino ha occhi che ti guardano… non sto parlando però delle numerose telecamere poste all’ingresso delle zone a traffico limitato o per controllare luoghi sensibili o locali.

Camminando per Via Lascaris ai più attenti non saranno sfuggiti i curiosi occhi dal taglio quasi maligno che si aprono ai piedi di un palazzo d’angolo con piazza Solferino, in quella che fu un’antica sede di una Loggia Massonica.

foto di Giusy Virgilio

Nella realtà si tratta di feritoie, molto originali, ovvero prese d'aria e di luce per i locali sotterranei, dove si tenevano le riunioni segrete della Loggia.

Se facciamo correre la fantasia e pensiamo alla Torino Magica e Misteriosa non vi è dubbio, però, che ci troviamo come se forze occulte e misteriose ci stiano osservando con quello strano sguardo vuoto capace di far rabbrividire e che la tradizione associa agli “occhi del demonio” e pertanto fonte di negatività.

Pensiamo di passare su quel marciapiede di notte, magari anche nebbiosa, e vedere da quelle fessure il tenue bagliore delle lampade a petrolio o delle candele: cosa si può provare a livello emotivo? Ci si sentiva forse osservati? Quale pensiero poteva correre nella mente delle persone di quel tempo?

foto di Vittorio Destro

Ma quali riunioni si tenevano nelle segrete stanze del palazzo?

Si sospetta – e andare oltre al dubbio non si può - che nei locali sotterranei della palazzina che prospetta su via Lascaris si tenessero le segrete riunioni della Loggia Muratoria.

D’altro canto lo stesso Alfieri, che abitava poco distante (in Piazza San Carlo) fu uno degli affiliati alla loggia “La mystérieuse”, come poco distante si trovava Palazzo Lascaris residenza di Camillo Benso conte di Cavour; una zona intrisa di simboli e luoghi di chiaro stampo massonico.

La loggia Muratoria, quella che si riuniva in via Lascaris, nasceva inizialmente come loggia militare, progressivamente aperta anche ai borghesi.

Benché a Torino i Libero Muratori trovassero sempre ostacoli a diffondersi per il mancato appoggio della casa reale, rendendola semiclandestina, potevano contare su Alfieri, un “fratello” tanto esagitato da generare qualche problema con altri notabili della Muratoria.

Oggi nei locali del palazzo ha sede una banca.


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