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Concorsi di bellezza: sono veramente utili?

Oggi voglio addentrarmi in un argomento alquanto spinoso consapevole che non tutti potrebbero ritenersi concordi con quanto vado a scrivere, ma se si aprisse un vero e corretto dibattito traendo spunto da questo mio articolo probabilmente riusciremmo a ragionare, in modo serio, su un fenomeno sempre più in espansione.


“Ragazze”, “aspiranti modelle” e “concorsi di bellezza” è una triangolazione particolarmente gettonata visto il numero sempre crescente di ragazze che vi partecipano e, allo stesso tempo, sembrerebbe, a detta di taluni organizzatori, un percorso obbligato per fare carriera in questo mondo, per percorrere, con certezza di riuscita, la scalata al successo. E su questo, in molti, sono pronti a sciorinare una lista di attrici, modelle, prezzemoline tv che sono passate dal tal concorso o dal tal altro prima di raggiungere la notorietà.

Si tratta, però, di un’affermazione corretta questa?

foto dal sito di Miss Italia

Oggi basta guardarci intorno e ci ritroviamo sommersi da concorsi di bellezza di ogni genere e dai nomi sempre più stravaganti: tanti concorsi, forse troppi, di cui una moltitudine sono perfettamente inutili perché non portano da nessuna parte.

Un tempo i concorsi che valevano qualcosa erano pochi e rappresentavano realmente un trampolino di lancio e questi si contavano sulla punta delle dita di una mano, concorsi che avevano un grande impatto mediatico e una cassa di risonanza notevole.

Il resto era contorno, “roba” per divertirsi, per passare una sera d’estate: miss fragola, miss vendemmia, miss aglio, miss … (e al posto dei puntini mettete il nome del paese d’Italia che più vi sta a cuore).

Oggi, invece, i concorsi nascono come funghi e, soprattutto, tutti promettono: ognuno è il migliore, ognuno è quello che offre le prospettive più vantaggiose per il futuro, ognuno è pronto a crearne uno nuovo, magari togliendo o aggiungendo semplicemente un articolo determinativo, dimostrando mancanza di fantasia o la voglia di copiare e mischiare le carte in tavola.

foto di Vittorio Destro

A quelli che si svolgono con selezioni dal “vivo” aggiungiamo anche quelli che si svolgono esclusivamente via internet e allora i numeri diventano veramente esponenziali.

Una volta questi concorsi erano una vetrina, sovente frequentata da talent scout alla ricerca di nuove promesse: oggi ci sono molte più occasioni per farsi notare, e in particolare il web è diventato una vetrina di ampia portata tanto che non è più necessario correre dietro a tutti gli appuntamenti quando il giorno dopo su facebook – come su altri siti - vengono pubblicati album con decine e decine di foto fatte da fotoamatori che per una sera si sono creduti grandi fotografi di moda.

Questa lunga analisi introduttiva serviva giusto per dire che non è, per dirla con un proverbio, tutto oro quello che luccica.

Posso affermare che qualche concorso valido c’è; basta avere un po’ di dimestichezza con internet per trovare riscontri e valutare se partecipare o meno. Quello di cui non bisogna fidarsi sono le “sirene incantatrici” che promettono mari e monti per poi ritrovarsi tra le mani, dei mari un pugno di sabbia e dei monti qualche sasso.

foto di Vittorio Destro

A questo punto un’aspirante modella mi può porre questa domanda: allora ai concorsi non bisogna andarci?

Diciamo che si può andare ragionando e scegliendo il concorso che può veramente dare qualcosa in prospettiva, sia che si vinca una fascia sia che non si vinca nulla, perché è già successo che ragazze non premiate dalla giuria hanno poi ottenuto più successo e soddisfazioni delle fasciate.

Se proprio si vuole partecipare a un concorso, allora, bisogna stare molto attenti al regolamento: intanto chiederne copia cartacea (meglio avere la possibilità di conservarla) e, soprattutto, leggerlo attentamente prima di firmare il modello d’iscrizione o altri documenti che prevedono l’accettazione del regolamento stesso.

Non bisogna ritenersi soddisfatte se il regolamento viene spiegato a voce, e sovente per sommi capi.

Altresì prima di firmare qualsiasi modulo d’iscrizione, di liberatoria o di altro genere (come un conferimento di mandato) leggere tutto con molta attenzione per evitare di sottoscrivere qualcosa che poi vincolerà nel tempo e nelle scelte.

Ci vorrà del tempo per leggere tutto e sovente lo staff diventa insofferente ma la propria tutela merita tutto il tempo che si dedica alla lettura di ogni documento.

Nel caso di dubbio, poi, conviene sempre chiedere consiglio (non c’è da vergognarsi se non si capisce qualcosa perché questo sovente è l’intento di certi organizzatori).

Una volta firmato non è poi semplice recedere: quindi, in primis, stare attente a ciò che si firma!

A questo punto abbiamo scelto il concorso, abbiamo ritenuto che sia abbastanza valido, quello che abbiamo firmato era tutto comprensibile e corretto… cosa succede?

Succede che bisogna partecipare sovente a più selezioni per cercare di ottenere qualche fascia che vi consente di passare a quelle successive.

I concorsi sono diventati, per la stragrande maggioranza, dei veri propri impegni, dove si percorrono chilometri per raggiungere le sedi di svolgimento e magari si torna a casa in orari improbabili con la delusione perché “la fascia è andata a quell’altra che è peggio di me”.

Quando si decide di partecipare a un concorso di bellezza si deve partire dal presupposto che quello che conta veramente non è vincere, ma farsi notare e i concorsi vanno sfruttati per fare esperienza.

Oppure vanno considerati come il gioco dell’estate, trovare qualche amica nuova e tutto finisce lì, senza guardare il risultato finale.

Ma fare la “concorsara” è una professione?

Sembrerebbe di si: molte ragazze partecipano a concorsi per svariati anni, saltellando da uno all’altro alla ricerca di fasce mancanti, arrivano con trolley pieni di cambi come se si dovesse affrontare il più importante dei servizi fotografici e, soprattutto, molte fanno la gara a vincere il maggior numero di fasce.

Questa è la “concorsara”, colei che si fossilizza sul partecipare a questi eventi, contando le fasce vinte senza distinguerne il grado di importanze e perdendo di vista altri obiettivi che possono risultare più importanti, soddisfacenti e redditizi.

Partecipare a concorsi non è una “professione”: questo va ricordato molto bene se si vuole andare avanti nell’attività di modella.

Poi bisogna tenere presente che si sta sempre più abbassando l’età minima di partecipazione e facendo questa scelta, quella della “concorsara”, ci si trova dopo alcuni anni a confrontarsi con ragazzine la cui età varia dai 14 ai 18 anni.

In conclusione: concorsi si ma sempre con moderazione e scegliendo quelli giusti nella speranza di essere notate da chi veramente opera seriamente nel settore.

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