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Chiara Rigoni: la donna che sussurra agli spazi!

Chiara Rigoni è una giovane scenografa, ha frequentato l’Accademia Albertina, ha un sorriso smagliante da cui trapela la sua voglia di vivere, la incontro in compagnia della sua simpatica gemella Giulia.


Dicono che sono simpatica – afferma Chiara – ma io mi ritengo soprattutto una persona dotata di buon senso e molto british”.

Cos’è per lei la scenografia?

È un modo per interpretare con creatività gli spazi, è il pensare a cose che prima non c’erano e devono comparire nel momento in cui c’è una richiesta specifica del regista. La scenografia è un linguaggio!”.


Cosa intende per linguaggio?

Gli spazi parlano, devono quadrare interiormente. Se uno spazio non parla la scenografia non funziona!”.


In che cosa consiste l’arte dell’essere scenografa?

Nel saper ascoltare. Per capire le esigenze degli altri devi metterti il più possibile nei suoi panni, capire ciò che il regista immagina e vuole trasmettere. Ogni personaggio ha il suo spazio che rispecchia la sua personalità”.


Ha già realizzato alcune scenografie?

Sì ho collaborato con alcuni registi in cortometraggi, uno fra tutti “Along river” un western di Daniele Nicolosi, ma il mio sogno è il teatro”.

Perché il teatro?

Il cinema è una macchina macinasoldi, e io in questo mondo mi ritrovo poco. Per l’arte non necessita di grandi budget. Nel teatro c’è il confronto diretto con il pubblico, è un mondo a parte che ti costringe a scendere a patti con lui”.


Come realizzerebbe la scenografia della sua vita?

La farei come un quadro di Picasso. Un po’ primitivista, un po’ cubista e un po’ magica”.


Si ringrazia l’Associazione Culturale Vena Artistica per la collaborazione

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