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Agostino Poggio: emozioni tradotte in canzoni

Agostino Poggio, è un bravo e originale cantautore originario di Spigno Monferrato, quella terra a cavallo tra Piemonte e Liguria, ultimo “avamposto” in provincia di Alessandria prima di entrare in quella di Savona. Poggio, che è autore per se e per altri, ha fatto della musica e della canzone la sua scelta di vita. Agostino l’ho incontrato per la prima volta nel mese di maggio dello scorso anno a Torino ed è nata immediatamente una buona sintonia, grazie anche alla sua serietà professionale e alla sua misurata espansività contenuta.

foto dal web

L’ho incontrato qualche giorno fa in Alessandria: pranzando abbiamo chiacchierato liberamente sul mondo della musica e sui personaggi che ci gravitano intorno, sulle reciproche esperienze nel settore, lui da artista, io da giornalista. Al termine ho raccolto l’intervista che vado a proporre in esclusiva ai lettori di ModerNews.


Agostino, quando ti sei avvicinato al mondo della musica? Mi sono avvicinato da giovane, non è che ora sia vecchio, inizio anni ’90: mi piaceva cantare, era il periodo del karaoke di Fiorello, da lì ho incominciato il mio percorso che poi non ho mai smesso; ho iniziato a scrivere e nel ‘99 il mio hobby è divenuta una professione, ho iniziato a fare concerti, aperture di artisti importanti, vedi Britti, Venditti, i Lunapop e altri artisti, e poi eccomi qua”.


Oggi cosa significa fare il cantautore? Significa che è un lavoro impegnativo per vivere decorosamente di un lavoro artistico. Adesso, nel 2018, è più facile farsi notare da qualche casa discografica: vent’anni fa internet era agli inizi, non c’erano i vari mp3, per portare un cd dovevi prendere il tuo treno o la tua macchina, andare a Milano Roma o Bologna. Adesso se hai dei contatti in cinque minuti mandi una mail, mandi un mp3 e ti fai ascoltare. Però c’è anche molta più concorrenza perché una volta i dischi erano tutti suonati adesso, invece, tanti si avvalgono di computer e altre cose consimili che secondo me tolgono molta freschezza, molta poesia alla musica, alla canzone perciò è più facile farsi ascoltare però c’è molta più concorrenza”.

foto dal web

Agostino Poggio dove trova ispirazione per le sue canzoni?

Questa è una bella domanda. Sono dell’idea che scrivere una canzone a tavolino, visto che io faccio anche l’autore, si può fare però è un po’ il discorso delle canzoni suonate in studio tutte live oppure delle canzoni dove si usano i computer e tante campionature. Comunque l’ispirazione mi viene se viaggio, se conosco delle persone che mi arricchiscono con le loro situazioni e allora ovviamente mi danno delle emozioni che poi si traducono in musica e canzoni, testo e musica”.


Parliamo di Gazebo Voice?

foto dal web

Gazebo Voice è un concorso che io e Andrea Milano, che è il proprietario del Gazebo di Canelli discoteca storica che ha un primato invidiabile perché è nata nel 1941 e al suo timone c’è sempre stata la famiglia Milano, in Italia penso che sia un record veramente importante. Dicevo io e Andrea Milano abbiamo cercato di indire un concorso canoro, nonostante che ce ne siano tanti, che veramente dia un’opportunità ai ragazzi, perché non si vince la solita coppa, il solito disco registrato che poi non sente mai nessuno oltre gli amici e i parenti del cantante ma chi vince va ad Area San Remo con un inedito firmato da me e arrangiato da un gruppo che ha un contratto con la Sony Music. Perciò è un premio importante perché a chi lo vince da una enorme visibilità e da l’opportunità di partecipare ad Area San Remo che ricordiamo è l’unico concorso nazionale che ti fa andare al Festival di San Remo. Al Festival di San Remo ci sono vari concorsi, concorsini, concorsetti che promettono ma ci vai solamente essendo uno dei vincitori di Area San Remo oppure ci vai se vinci la gara con le case discografiche”.


Mettiamo il dito nella piaga: se uno vuole fare dei concorsi come può capire quello che non è adatto? Anche questa è una bella domanda perché effettivamente ci sono tanti millantatori in giro. Diciamo che un ragazzo, giovane, sui 18-20 anni che vuole approcciarsi ai concorsi dovrebbe, secondo me, rivolgersi a persone esperte, d’esperienza, perché ci sono ancora persone serie che possono consigliare o sconsigliare un concorso rispetto a un altro perché ci sono troppi concorsi che sono fatti solamente per mungere gli artisti. C’è gente che vive di questo ma alla fine i concorsi importanti in Italia sono sempre i soliti. Sono Castrocaro perché ha la diretta tv per la finale, Area San Remo perché ti permette di andare al Festival, il Festival di Musicultura che una volta era il Festival di Recanati in programma allo sferisterio di Macerata e qui parliamo di musica inedita oppure il Premio Bianca D’Aponte per cantautrici. Sono sette o otto i concorsi poi gli altri, si va bene, posso capire i simil karaoke o i karaoke avanzati come li chiamano, vanno bene ma per concorrenti molto giovani che hanno 16/18 anni. Poi quando si inizia ad avere 22-23 anni devi confrontarti con altre realtà”.

foto di Dorina Gheorghiu

Vieni chiamato sovente a fare il giurato in concorsi: vedi che c’è qualcosa di nuovo oppure siamo ancora indietro musicalmente parlando? Vedo dei personaggi interessanti però vedo anche tanti cantanti e tante cantanti che sono un po’ troppo omologati. Quest’anno alle selezioni al Pirellone per Area San Remo dei personaggi importanti hanno detto, giustamente secondo me, no Mia Martina, no Giorgia, no Mina perché comunque sono cantanti molto inflazionati. Vedo poca originalità, le solite cantanti, magari anche molto brave, però da piano bar perché ti fanno Whitney Houston, ti fanno Aretha Franklin, fanno sempre le solite cose poi quando vai in un contesto di alto livello si stupiscono perché vengono bocciate. Allora ci sono, solitamente, i famigliari che dicono eh no non è giusto, era truccato invece non è vero perché comunque la discografia vuole originalità, vuole delle voci particolari, non le solite cose. Whitney Houston c’era trent’anni fa, ormai sono cose obsolete”.


Cosa bolle in pentola nel prossimo futuro di Agostino Poggio?

foto dal web

“Bollono in pentola un po’ di cose. Ho iniziato venerdì scorso la terza edizione del concorso Musica d’Autore al Maltese che è un concorso che mi da grandi soddisfazioni perché è un concorso rivolto solo ed esclusivamente ai cantautori o a band che producono ed eseguono musica propria. Questo concorso lo facciamo al Maltese di Cassinasco, è un premio importante perché chi vince va ad aprire a Castagnole Lanze, durante il festival Contro, una band: due anni fa hanno vinto i Ylamar e hanno aperto i Nomadi, l’anno scorso hanno vinto gli Xylema che hanno aperto il Grido che sarebbe il fratello di J-Ax. Poi rifaremo Gazebo Voice, collaborazioni, tour radiofonici, un po’ di cose. Quello che dico sempre io è che ho deciso di puntare sull’onestà e sulla qualità e sul fatto di mantenere le promesse, perché comunque le cose che prometto cerco di mantenerle: purtroppo ci sono troppe persone nel circuito che dicono ti mando di qua, ti mando di la, poi non possono. Per me si è persa un po’ la parola, lo spirito della parola”.


Concludiamo con una pensiero che Agostino rivolge a chi si vuole lanciare in questo mondo: “Faccio un in bocca al lupo a tutti i ragazzi che vogliono approcciarsi nel mondo della musica ma dico e consiglio di stare attenti perché è pieno di vari talent scout e consimili che alla fine le cose vengono fuori: magari tengono in scacco i ragazzi con dei contratti capestro o delle false promesse e poi alla fine non succede mai niente”.





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