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Alessandro Cozza: corro in un prato pieno di sogni

Alessandro Cozza è un giovane attore, coltiva con sensibilità il suo grande sogno e crede nella professionalità dell’arte.

Mi definisco un caso clinico – sostiene Alessandro – per fare un mestiere d’arte, essere non troppo sano di mente aiuta, nel senso buono del termine ovviamente. Mi definisco un po’ lunatico, a volte sono loquacissimo a volte taccio, dipende dalle persone che ho davanti”.

Quali esperienze ha avuto?

A diciotto anni ho fatto un corso di teatro. Era da molto tempo che sognavo di farlo, mi sono buttato e da allora non ho mai smesso. Ho fatto di tutto spettacoli teatrali, comparsate, video… ho cercato di fare il possibile”.


In che cosa consiste la vita di un attore?

È un lavoro strano, non hai un contratto di lavoro, è come essere uno zingaro, o meglio un cane sciolto in un prato verde fatto di sogni”.


Ci può spiegare il perché?

Un uomo a cui togli il guinzaglio e lo fai correre in prato, attenzione che purtroppo il prato non è sempre verde, bisogna essere attenti a dove si posano le zampe”.


Che caratteristiche deve avere un attore?

Un buon fiuto, annusare le cose buone e le fregature, e avere le zampe felpate per sapersi muovere bene. Mimetizzarsi nell’ambiente per cercare meglio”.


Ma un artista non deve cercare di emergere anziché mimetizzarsi?

In parte è vero, però deve emergere in modo educato. La gente usa troppo il megafono, vogliono tutti apparire, ma pochi hanno il coraggio di tirare fuori quello che hanno dentro”.

Le piace di più il cinema o il teatro?

Il mio sogno è il cinema! Però un attore parte dal teatro, e credo che un vero professionista debba fare entrambi “.


A che attore si ispira?

Non ho un attore preciso, però mi piacerebbe fare ridere la gente, essere un attore comico ma contemporaneamente portare anche un messaggio sociale”.


È più facile far ridere o piangere?

Credo far ridere, perché in questo periodo storico è la cosa più difficile del mondo”.


La frase che più la rappresenta?

Certo, la citazione è di Alessandro Baricco: Se mi dovessero chiedere se a me piace vivere, risponderei che la trovo una imbarazzante circostanza che può riservare impareggiabili situazioni”.

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