Bit: tre giorni di piacevoli scoperte
Non sarà quella di qualche anno fa ma la Bit manifesta sempre il proprio fascino. Una bella e intrigante finestra sull’Italia e sul mondo.
La Bit 2018 ha chiuso i battenti martedì scorso, dopo tre giorni intensi, nei padiglioni di Fieramilanocity, capaci di far viaggiare la fantasia alla ricerca di nuove mete, particolarità, eccellenze: un universo che è allo stesso tempo da scoprire e da riscoprire.
Un primo giorno aperto al pubblico dove la massa ti ha portato a essere più turista che viaggiatore per poi riabilitarsi nei due giorni successivi quando si è potuto visitare i padiglioni con uno spirito più libero e curioso.
E girare tra gli stand riassapori quel qualcosa in più che il navigare sul web non riesce a dare.
Un peccato, però, che mancavano alcune regioni italiane, tra cui il Piemonte, mentre nel panorama europeo ed extraeuropeo le presenze, rispetto a un tempo, si sono notevolmente assottigliate.
Questo però, nonostante il rammarico di non poter “toccare con mano” alcune realtà interessanti, non ha tolto quel fascino di cui parlavo all’inizio.
Accattivanti i Paesi asiatici, africani e sudamericani capaci, anche con un qualcosa di relativamente piccolo, di farti immedesimare nel loro folklore e di farti sognare la possibilità di ritrovarti catapultato in quella realtà. L’Europa mai così scontata.
E infine l’Italia capace di proporre ogni volta un qualcosa che è li sotto i tuoi occhi ma che non avevi mai scoperto prima. Ti viene proprio voglia di viaggiare senza itinerari precostruiti alla scoperta di qualcosa di nuovo e questa voglia la tramuti anche in fiera passando dal girare tra gli stand in modo organizzato a quello in ordine sparso facendoti attirare da questo o da quel movimento proposto.
Poi alla Bit si fanno anche incontri: Paolo Ruffini, il bravissimo conduttore di Colorado, che presenta il suo libro “Telefonami quando arrivi”; la grandissima Bebe Vio testimonial dei campionati europei paraolimpici di scherma che si svolgeranno a Terni nel mese di settembre; l’onnipresente Vittorio Sgarbi che nel padiglione della Sicilia è intervenuto sui temi a lui cari dell’arte e della cultura. Ho avuto modo anche di incontrare gli “amici” di Castel Goffredo (provincia di Mantova) patria del “Tortello Amaro” che vede come ingrediente l’erba amara che rischiava di scomparire e che oggi viene “mantenuta viva” da ben tre vivaisti. Con loro ho ripercorso ricordi di miei tour nel mantovano e mi hanno strappato l’impegno a recarmi nel loro paese a metà giugno per la festa che vede il loro tortello al centro dell’attenzione. Ma non solo questo impegno: anche quello di salire sul palco con loro per raccontare le mie esperienze e i miei ricordi in terra virgiliana, grazie soprattutto agli inviti dell’amica e collega giornalista Cinzia Montagna.
Questo inciso per affermare che viaggiare è anche incontrare o, meglio, saper incontrare.
Alla fine i tre giorni sono volati e rimane dentro la voglia di prendere e andare, viaggiare. Personalmente mi sono portato a casa la voglia di organizzare per la primavera un viaggio breve, tre giorni, in terra italiana. La meta? Ho un paio di idee, oltre a Castel Goffredo naturalmente perchè le promesse vanno mantenute. La prima a sud, a Pompei, per visitare gli scavi e la città; la seconda nel nord ovest alla scoperta dell’esoterica Ferrara. Al prossimo anno con la Borsa internazionale del turismo.