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Torino misteriosa: Farmacia Chimica Tullio Bosio in via Dora Grossa

Quante volte percorrendo via Garibaldi, a Torino, quando arriviamo a circa metà percorso, l’occhio è caduto sulla facciata, originaria di fine ottocento, dell'antica “Farmacia Chimica Tullio Bosio"?

foto di Vittorio Destro

Questa farmacia era già attiva nel 1605 ma fu istituita con Regie Patenti solo dal 30 maggio 1715 (la data è visibile nei fregi situati al di sopra delle vetrinette della devanture). La farmacia con la sua devanture, voluta da Tullio Bosio, è un esempio raro che va a caratterizzare via Garibaldi ricoprendo il ruolo di fondale scenografico a via della Misericordia. L’attuale sede risale al periodo in cui nel settecento (1715) fu rifatta via Dora Grossa (l’attuale via Garibaldi), farmacia già ricordata nella guida di Torino scritta nel 1781 da Onorato Derossi indicandola come “vicino a San Dalmazzo”. La titolarità nel 1836 risultava a Ballarini Giovanni, quindi tra il 1890 e il 1899 fino al 1920 è subentrata la famiglia Bosio con il già citato Tullio Bosio committente dell’attuale facciata.


Esterno

La facciata adorna di simbologia richiama alla mente le famose "dimore alchemiche" descritte da Fulcanelli (misterioso autore di testi sull’alchimia vissuto nel XX secolo di cui ancora oggi non si conosce la vera identità) ed è rimasta inalterata a eccezione del serramento d'ingresso a bussola. La devanture in pietra (marna) artificiale, di gusto eclettico con spunti liberty, ricopre l'intera facciata fino alla linea di marcapiano, incorniciando la porta centrale arretrata e rialzata rispetto alla via e le vetrine ai lati.

foto di Vittorio Destro

La cornice è costituita da fasce orizzontali.

In basso, lo zoccolo liscio è delimitato in alto da una banda di volute concatenate.

Interessante la fascia centrale con due nicchie ai lati dell'ingresso, con sculture in cemento: una grossa anfora, il mezzo busto di Galeno e alcuni simboli farmaceutici.

Alle estremità delle vetrinette corrono fregi a carattere floreale.

La fascia superiore riporta sopra l'ingresso la ricca insegna della farmacia, bordata con volute e decorazioni fogliate e, ai lati, fregi di carattere floreale.

Sotto al busto di Galeno viene raffigurato il classico simbolo del Caduceo che i farmacisti hanno preso in prestito dalla mitologia greca: sono presenti due serpenti (come quello di Hermes – “Iliade” canto XXIV) che si attorcigliano, invece che un unico serpente come nel bastone di Asclepio.

I due serpenti attorcigliati sulla verga identificano le correnti di polarità del grande agente magico, conosciuto dagli occultisti come “Luce Astrale” che permette, se controllati con Volontà, ad effettuare ciò che comunemente viene definito “Miracolo”. Ci troviamo di fronte a un simbolo universale presente in molte tradizioni: in quella Ebraica è il bastone di Aronne mentre in quella Tantrica Indiana, rappresentazione della Kundalini, rappresenta l’energia sottile che parte dai genitali e che va a confluire nella Epifisi, una energia che se controllata porta al Parasiddhi (illuminazione).


Interni

L'interno è costituito da tre vani: il locale vendita con armadiatura continua alle pareti (38 mq) in legno chiaro e bancone d’inizio Novecento, un piccolo studio ora a uso magazzino e sul retro, un locale adibito a deposito e laboratorio.

Quest'ultimo era in origine suddiviso in due ambienti secondo quanto risulta su verbale di visita del 1898.

Si segnalano inoltre gli espositori per vetrina costituiti da eleganti mensole su staffe regolabili in altezza.

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