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Torino misteriosa: il Quadrato Magico di via Gioberti

I misteri a Torino sono disseminati un po’ ovunque in tutta la città, non solo nei luoghi tradizionali, basta guardarsi attorno e i nostri occhi possono incrociare simboli collegati all’esoterismo, alla massoneria, al diavolo nonché, come contraltare una simbologia religiosa.

Oggi ci rechiamo a pochi passi da Porta Nuova, in via Gioberti, dove sulla facciata del palazzo al numero 23, non possiamo che rimanere attratti da un qualcosa di insolito: tre rappresentazioni del Quadrato Magico del SATOR.

Una scritta, probabilmente, voluta da un proprietario appassionato di simbologia o particolarmente legato all'emblema in questione, una scritta relativamente recente ma che merita sempre attenzione per il suo significato. Queste rappresentazioni, parallele ed apparentemente equidistanti, sono dipinte di bianco e spiccano sul fondo rosa salmone del palazzo. Lo sviluppo è verticale e occupa quattro piani del palazzo dove la griglia è inserita in un disegno più complesso. Se la si vuole osservare meglio è sufficiente portarsi sul marciapiede opposto.

La particolarità è che non ci troviamo di fronte al classico semplice quadrato che contiene le cinque parole misteriose ma le stesse rientrano in una rappresentazione molto più complessa che si chiude, in basso, con tre misteriosi pallini bianchi. Potremmo addirittura accampare alla scritta un significato iniziatico che prevede una sua lettura dal basso verso l’alto, in quanto il cammino dell’iniziato inizia sempre da quello che è il livello più basso per tendere a salire alla ricerca dell’illuminazione: ma sono solo ipotesi, appunto, se vogliamo trovarci una interpretazione vicina alla massoneria. Ma che cos’è?

Il quadrato del Sator è una ricorrente iscrizione latina, in forma di quadrato magico, composta da cinque parole, venticinque lettere in tutto, nella forma classica a griglia di cinque x cinque: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS.

La loro giustapposizione, nell'ordine indicato, dà luogo a un palindromo, vale a dire una frase che rimane identica se letta da sinistra a destra o viceversa. Al centro la parola TENET va a formare una croce palindromica.

L'iscrizione è stata oggetto di frequenti ritrovamenti archeologici, sia in epigrafi lapidee sia in graffiti, risalenti all’epoca romana, ma il senso e il significato simbolico rimangono ancora oscuri, nonostante le numerose ipotesi formulate.

Una di queste ipotesi attribuisce a queste parole il significato di cripto preghiera utilizzata dai primi cristiani; nel corso dei secoli è stata altresì attribuita ai monaci cistercensi, ai Templari e anche ai Catari. Qualcuno ci vede una logica alchemica e cabalistica con valenza di talismano. Nel palazzo di via Gioberti l’unica certezza resta il mistero sul vero significato che è stato dato a questa particolare rappresentazione del Quadrato Magico.


Sul blog “Torinocittamagica” (http://torinomagica2000.blogspot.it/2013/05/il-sator-di-via-gioberti_27.html) ho trovato, postato in data 27 maggio 2013, dal signor Massimiliano Calliano una interessante analisi relativa al significato di queste cinque parole. Avendo citato sito e nome della persona ma soprattutto non avendo trovato nulla che ne vietasse la riproduzione anche parziale mi sento tranquillo nel pubblicare lo stralcio, senza apportare alcuna modifica, riguardante l’interpretazione data (se così non fosse chiedo venia e segnalatemi eventualmente l’obbligo alla rimozione). Difficile stabilire il significato letterale della frase composta dalle cinque parole, dal momento che il termine AREPO non è strettamente latino. Alcune congetture su tale parola nelle Galie e nei dintorni di Lione esisteva un tipo di carro celtico che era chiamato arepos, si presume allora che la parola sia stata latinizzata in arepus e che nel quadrato essa avrebbe la funzione di un ablativo strumentale, cioè un complemento di mezzo portano ad una traduzione, di senso oscuro, quale Il seminatore, con il carro, tiene con cura le ruote, della quale si cerca di chiarire il senso intendendo il riferimento al seminatore come richiamo al testo evangelico Una interpretazione più semplice considera "Arepo" come nome proprio, da cui il significato diviene:Arepo, il seminatore, tiene con maestria l'aratro. La presenza del palindromo in molte chiese medievali induce a considerarlo - per quanto esso possa aver avuto un'origine più antica - un simbolo che si inserisce nella cultura cristiana di quel periodo. Partendo dalla identificazione del Sator, il seminatore, con il Creatore (vedi la Parabola del seminatore e la Parabola del granello di senape), qualche studioso ha proposto la seguente interpretazione: "Il Creatore, l'autore di tutte le cose, mantiene con cura le proprie opere.L'interpretazione del palindromo nell'ambito della cultura cristiana è coerente con la grande quantità di presenze e ritrovamenti in luoghi di culto medievali. Il ritrovamento del "latercolo pompeiano", risalente a data anteriore al 79 d.C., ha sollevato numerose controversie sull’origine cristiana del quadrato in quanto, pur essendo un fatto documentato la presenza di comunità cristiane a Pompei Ercolano e in Campania, la A e la O poste ai lati della croce sono un riferimento alla simbologia dell'Alfa e l'Omega la cui prima comparsa è attestata nell'Apocalisse di Giovanni, redatta, secondo qualcuno, in data più tarda. In realtà l'obiezione secondo cui l'Apocalisse di Giovanni sia stata redatta successivamente non coglie nel segno: infatti "per usare la A e la O come Alfa ed Omega, parlando del Signore, ... non c'è affatto bisogno di aver letto l'Apocalisse, perché questo stesso libro si rifà all'Antico Testamento ed alle immagini del profeta Isaia (41,4; 44,6; 48;12)Il primo a ipotizzare la tesi dell'apocalisse fu F. Grosser che osservando con spirito enigmistico l'insieme delle lettere che lo compongono ha rilevato che esse possono servire a comporre una croce, nella quale la parola "PATERNOSTER" si incrocia sulla lettera N: avanzano due A e due O, che possono porsi ai quattro estremi della croce, come fossero l'alfa e l'omega, il principio e la fine. Il quadrato sarebbe dunque una crux dissimulata, un sigillo nascosto in uso tra i primi cristiani ai tempi delle persecuzioni. Questa interpretazione è rafforzata dal fatto che il quadrato magico stesso contiene al suo interno una croce greca dissimulata, costituita dall'incrocio, al centro del quadrato, delle due ricorrenze di TENET, l'unica parola della struttura palindroma di sé stessa. Inoltre è stato osservato che lo stesso carattere T era utilizzato dai primi cristiani per indicare la croce, così come usavano altre strutture che ne potevano richiamare la forma, quali l'albero della nave o il timone. Questa interpretazione, per quanto plausibile, non è accettata da tutti gli studiosi, specie da quanti rifiutano l'origine cristiana del palindromo. Una spiegazione più semplice rispetto a quella della crux dissimulata, ma meno plausibile dato che i più antichi di questi quadrati risalgono al I secolo della nostra era, sostiene che, coerentemente con abitudini diffuse nel Medioevo, l'impiego in ambiente cristiano del quadrato del Sator doveva corrispondere a finalità apotropaiche , come avvenne per molte altre iscrizioni suggestive, del tipo Abracadabra o Abraxas.Non sarà stata ininfluente, a questo riguardo, la presenza all'interno del quadrato della croce formata dalla doppia parola TENET”.


Fabrizio Capra


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