top of page

Musinè: la montagna incantata alle porte di Torino

Il suo nome in piemontese significa asinello. Conosciuto dai Romani col nome di Mons Asinarus oggi è semplicemente chiamato Musiné.

foto Roberto Maggio

Il Monte Musiné sitrova all’imbocco della Val Susa, quando questa abbraccia la pianura torinese, risultando l’altura alpina più vicina al capoluogo sabaudo. La Montagna non è particolarmente alta rispetto alle cime circostanti (1150 metri), ha una forma vagamente piramidale e la vetta semi brulla. Nulla che faccia risultare questo Monte particolarmente “attraente” agli occhi di un osservatore. Eppure questa “anonima” Montagna a schiena d’asino è da Secoli uno dei luoghi più enigmatici e misteriosi del Piemonte e d’Italia.

8 dicembre 1978, giorno della Madonna Immacolata. Alcuni escursionisti, mentre risalgono il Musiné, assistono a un incredibile fenomeno. Dinanzi a loro, improvvisamente, compaiono delle accecanti luci bianco-giallastre. I giovani, successivamente, racconteranno che “uno di loro sarebbe stato “rapito” e tenuto “prigioniero” da “esseri scesi con un UFO”. Il quotidiano La Stampa, interessatosi allo strano racconto dei ragazzi, riportò così l’accaduto: “I giovani erano saliti sulla montagna per controllare certe luci che, secondo gli abitanti dei paesi della valle, si vedevano brillare ogni notte fra gli anfratti rocciosi. Divisi in gruppi, esploravano il terreno quando due di loro hanno visto un chiarore dietro delle rocce. Convinto che si trattasse di uno scherzo degli amici, uno è andato a vedere: il compagno dice che quando è scomparso dietro le rocce, il bagliore è aumentato d’intensità, al punto da costringerlo a chiudere gli occhi. Dopo qualche minuto è tornato il buio, ma l’amico era sparito. L’hanno ritrovato dopo più di un’ora, in un posto lontano circa 150 metri dal luogo in cui era scomparsi. I capelli e le sopracciglia strinati dal fuoco, semisvenuto e ferito. Tremante e terrorizzato, ha detto di essere stato avvolto da una luce intensissima “attraverso la quale ho visto delle ombre muoversi”. Ombre caratteristiche umane, ma delle quali il testimone preferisce non parlare, evidentemente ancora confuso e spaventato” (Francesco Fornari, La centraledegli UFO sarebbe in Valle Susa, La Stampa, 17 dicembre 1978, p. 12).

foto Roberto Maggio

Tuttavia, l’oscura vicenda del 1978 non è la sola “anomalia” nella millenaria storia di questa, apparentemente, anonima Montagna.

Prima le arcaiche popolazioni della Val Susa poi i Celti consideravano il Musiné una Montagna Sacra. Lungo i pendii del Monte sono stati innalzati diversi menhir, uno dei quali riporta una strana incisione che sembrerebbe raffigurare, secondo gli studi di Giuditta Dembech, autrice di un noto saggio sui misteri del Musiné, un preistorico incontro ravvicinato del terzo tipo con un’Entità venuta dal cielo su un disco volante.

Lungo il percorso che conduce alla vetta si trovano in abbondanza delle coppelle rituali del periodo celtico. L’allineamento di alcune coppelle corrisponderebbe alla figura della costellazione dell’Orsa Minore con la stella polare; seguendo l’alchemica corrispondenza tra Macro e Micro Cosmo, il Musiné sarebbe uno specchio, meglio, lo specchio del Cielo, secondo il Principio: come in Alto, così in Basso. Proprio sul Musiné il Cielo e la Terra si sono uniti.

La croce - foto dal web
la stele - foto dal web

Nel 312 d.C. Costantino il Grande, la notte prima di scontrarsi a Rivoli contro Massenzio e le sue truppe, vide sulla cima della Montagna una Croce fiammeggiante e la scritta di fuoco: IN HOC SIGNO VINCES. Per ricordare questo evento, nel 1901, su iniziativa dell’allora parroco di Caselette, Don Francesco Pautasso, fu eretta una croce in pietra su cui fu applicata una targa: “IN HOC SIGNO VINCES – A perpetuo ricordo della vittoria del cristianesimo contro il paganesimo riportata in virtù della croce nella valle sottostante in principio del secolo IV”.

Sul punto più alto del Musiné è presente un’altra targa su cui sono scritte le seguenti parole: “QUI È L’UNA ANTENNA DEI 7 PUNTI ELETTRODINAMICI CHE DAL PROPRIO NUCLEO INCANDESCENTE VIVO LA TERRA TUTTA RESPIRA EMETTE VITA. QUI OPERANO LE ASTRALI ENTITÀ CHE FURONO: HATSHEPTUT, ECHNATON, GESÙ IL CRISTO, MAOMETTO, CONFUCIO, ABRAMO, IL BUDDHA, GANDHI, MARTIN LUTHER KING, FRANCESCO D’ASSISI E ANCHE TU SE VUOI ALLA FRATELLANZA COSTRUTTIVA TRA TUTTI I POPOLI. PENSACI INTENSAMENTE, 3 MINUTI PENSIERO È COSTRUZIONE”.

Posta e rimossa più volte tra il 1974 e il 1977, la targa sembrerebbe rimandare alle dottrine del Centro Studi Fratellanza Cosmica, un movimento messianico fondato da Eugenio Siragusa, personaggio scomparso nel 2006 che sosteneva di essere in contatto con Entità extraterrestri.

Culti sincretici, Entità astrali, punti elettrodinamici e Pensiero creatore, ci sarebbero tutti gli ingredienti, secondo esoteristi, occultisti, sensitivi e contattisti per fare del Musiné un gigantesco menhir vivente che convoglierebbe l’Energia dalla Terra al Cielo e viceversa come un’enorme antenna naturale.

foto di Roberto Maggio

Ad alimentare l’aura di mistero che aleggia sul Musiné vi sono soprattutto le leggende: da quella della presenza del carro infuocato del Re Erode che volteggerebbe all’infinito sulla vetta per espiare la colpa della strage degli innocenti, alla base segreta dei dischi volanti che si troverebbe nelle viscere del Monte, fino ai presunti, continui, avvistamenti di Entità umanoidi, lupi mannari, streghe, maghi, UFO, bagliori notturni verdastri o azzurri, globi di luce. Per non parlare delle decine di racconti di chi sostiene che sulla Montagna le bussole impazziscano, gli orologi rallentino il loro funzionamento, si verifichino anomalie elettromagnetiche e ci siano dei punti radio morti. Ultimo mistero: si dice che gli innumerevoli tentativi di rimboschire la cima del Monte da parte della Forestale siano andati tutti a vuoto. Le piante messe a dimora, dopo poco muoiono. La cosa sarebbe dovuta alla particolare conformazione del terreno ricco di magnetite, dovuto al fatto che probabilmente, in epoche remotissime, il Musiné era un vulcano.

Il Musiné affascina, coinvolge, incanta. È la Montagna dello Spirito. Magari il segreto del Musiné è questo. La montagna, quale simbolo dell’elevazione spirituale che si può raggiungere solo dopo un lungo percorso in salita tra oscure entità non umane. O forse no.

Il mistero della Montagna incantata continua.


Roberto Maggio

bottom of page