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La realtà non la dobbiamo più temere

Ieri una redattrice di ModerNews ha scritto sul tanto vituperato Facebook una bellissima frase: “La realtà non esiste, ognuno la vede secondo la lente che ha davanti a sé, per questo non bisognerebbe giudicare mai la vita degli altri!”.

Non so se si tratta di farina del suo sacco (allora complimenti per questa riflessione) o se è una frase presa a prestito da qualcun altro (allora i complimenti sono per l’ottima scelta dell’aforisma) ma di una cosa sono certo: si tratta di un pensiero che ci deve portare a riflettere.

Troppo spesso ci soffermiamo a giudicare gli altri piuttosto che cercare di trovare un modo per vedere positivamente la nostra realtà: criticare per il gusto di farlo è già di per se un segno di negatività. E se si vive nella negatività nulla può andare per il verso giusto. Un tizio, un paio di millenni fa, proferì: “Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”. E quella trave, ancora oggi, è ben piantata dentro i nostri occhi: non uno solo ma entrambi. Fatichiamo proprio a togliercela da davanti.

Luigi Tenco, nel 1966, cantava una canzone che ancora oggi può essere considerata un vero inno per chi vuole essere libero nel proprio modo di essere - “Ognuno è libero / Di fare quello che gli va” (naturalmente sempre nel rispetto degli altri) - e un invito a non giudicare mai – “Quel che fa la gente / Ci interessa poco / Se anche uno andasse in giro / Col cilindro in testa / A noi sta bene così”.

Tutti, in fondo, tendiamo a dipingere la realtà come un qualcosa di negativo, di pauroso, da temere: ma cosa facciamo perché, invece, sia il contrario? Nulla!

Proviamo allora a vedere in modo positivo la nostra realtà, plasmandola come ci piacerebbe viverla, ravvivandola con i nostri interessi, godendocela fino in fondo con il sorriso sulle labbra. La realtà esiste ma siamo noi a non volerla più vedere.

E se non viviamo la realtà non riusciamo nemmeno più a vivere nel sogno tanto siamo presi a guardare gli altri, a criticarli, a giudicare.

Se ognuno si impegnasse a fare la sua parte iniziando proprio dal non giudicare tanto per farlo, per partito preso, per rabbia o insoddisfazione o invidia, probabilmente la realtà farebbe meno paura, molto meno paura. Facciamolo prima che sia troppo tardi.

Fabrizio Capra

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