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Anita Caso: non ci si deve mai sentire arrivati

Nei giorni scorsi ho incontrato Anita Caso, brava cantante dalla grande carica , determinata e dolce allo stesso tempo, non costruita, genuina, capace di trasmettere allegria.

Una ragazza che dimostra di essere in ogni momento se stessa e, credo di poterlo affermare senza rischiare di essere smentito in futuro, che questa sua caratteristica rimarrà sempre così. Dopo una lunga chiacchierata davanti a un caffè ci ha rilasciato questa intervista che vi proponiamo, la prima della sua carriera da artista.


Chi è Anita? Anita è una ragazza di Torino, che vive di musica e oggi non è per nulla facile vivere di musica ma io ci riesco. So solo fare questo e non ho mai cambiato idea sulla mia professione da quando ero piccola, ho sempre cercato di portarmi avanti con la musica, cercare di fare il meglio. Poi ho conosciuto le persone giuste con cui stiamo anche lavorando. Vediamo cosa verrà fuori”.


Che cosa ti da la musica? La musica mi da tutto, è il mio mondo fin da quando la mattina mi sveglio; è la mia ragione di vita come la mia famiglia”.


Come ti sei avvicinata alla musica?

Ho iniziato molto presto, quando ero bambina. Poi ho iniziato a studiare musica e canto; a 18 anni ho iniziato a girare il mondo e ancora lo faccio. Fino ad adesso ci riesco. La musica è tutto, è la mia allegria”.


Qual è l’emozione di stare su un palco? Sono sempre allegra, mi piace sempre mettermi in discussione, mi piace sempre confrontarmi con gli altri, con altri cantanti, altri musicisti: mi riesce bene perché penso che tutti possano insegnare qualcosa”.


Quando ti propongono un brano che cosa ti colpisce per dire ‘Questo è il mio’? La melodia è la cosa che mi colpisce di più, subito. Se sento qualcosa che mi da emozione già penso che potrei cantarla. Penso che oggi tutto sia uguale e quando sento appunto una melodia particolare sento quel battito al cuore che dico cavolo questa è mia, questa canzone deve essere mia”.


Se dovessi definire il tuo modo di cantare, che etichetta ti metteresti? Non sono abituata a dire io sono così, non è nel mio carattere, nel mio dna. La musica mi piace tutta, poi ci sono delle cose che mi colpiscono di più, però penso che sia la gente che ti deve dire che sei tu e cosa non sei”.


Prima dell’intervista parlavamo di jazz, quanto ha influito nella tua formazione musicale? Tanto perché da bambina ho sempre ascoltato quel tipo di musica, sono sempre stata affascinata dai musicisti di colore tipo Nat King Cole. Mi è sempre piaciuto quel genere, sono sempre rimasta colpita. Infatti da bambina sognavo, appunto, di andare in America, conoscere tutti i musicisti. Comunque mi ritengo fortunata perché di musicisti bravi ne ho conosciuti tanti. Il jazz ha fatto tanto anche se non è il mio genere, però mi piace ascoltarlo. Quando arrivi a casa, quando cucini, ci deve sempre essere musica che ti piace. Lo ascolto volentieri, mi piace”.


Ho visto in un video il tuo incontro con Red Ronnie: cosa ti ha lasciato?

Red Ronnie è una persona semplice che non segue le etichette, dice sempre quello che pensa, quello che ha nel cuore. Mi piace perché anche lui non ammette certe cose. Mi è piaciuto, mi ha trattato molto bene. È una persona per bene”.


Come cantante essere a San Remo nei giorni del festival cosa significa? Essere una cantante ed essere a San Remo è una bella cosa. Prima di tutto perché in quella settimana sei al centro dell’attenzione. Una bella esperienza, conosci tanta gente, tanti musicisti, tanti cantanti, ci sono delle belle relazioni, ci sono degli autori che possono collaborare con te. Questa cosa mi piace e di fatti sono rimasta in contatto con tanti ragazzi e penso che in futuro ci siano delle collaborazioni. È una bella vetrina, permette di farti conoscere”.


A momenti conta di più quello che c’è intorno che essere sul palco dell’Ariston? Quello fa molto, in quella settimana secondo me un cantante, un artista deve darsi da fare, nel senso che deve farsi conoscere di più: devi cercare di portare la tua musica, cercare di esporre le proprie emozioni, far arrivare veramente al cuore della gente quello che canti”.


Mi dicevi che non sei favorevole ai talent… Non mi piacciono molto, non lo so… poi magari se me lo propongono. Bisogna partire da qualcosa per farsi conoscere meglio. Però sinceramente non mi garbano molto”.


Con Red Ronnie hai parlato di un musical. Si è realizzato?

Ci stiamo sempre lavorando perché non è molto facile quello di cui dovremmo parlare e realizzarlo non è semplice. Ci stiamo lavorando”.


A Red Ronnie hai fatto ascoltare una canzone che parla di un tema scottante ma visto da un’ottica diversa, il problema della violenza sulle donne… La canzone è Io ti guiderò e praticamente parla della forza della donna che con tutto quelle che succede, tutte le cattiverie che ci sono, c’è sempre il rischio di un punto di non ritorno. Io ti guiderò perché è la donna che deve guidare l’uomo, cercare di portarlo a non commettere più atroci delitti, cercare di prendere le redini in mano. Non è per dire che la donna deve comandare, l’uomo deve comandare: queste cose lasciamo alle persone che vedono le differenze. Non ci deve essere differenza perché sappiamo benissimo che la donna non è superiore all’uomo e l’uomo non deve essere superiore alla donna: sono tutte e due allo stesso livello anche se è la donna quella che da la vita. Più di quello che cosa c’è? È una canzone molto significativa ma non è facile da capire”.


Nei tuoi programmi cosa c’è? In questo momento stiamo cercando di scrivere delle nuove canzoni, faremo presto un album dove canterò in parecchie lingue. Stiamo per realizzare un musical che debutterà a Napoli a dicembre sul mitico Totò e poi ci sono altri progetti però in questo momento cerco di tenermeli…


Per scaramanzia…

Si, certo”.


Concludiamo proponendoti a chi ti può cercare: che cosa fai come genere di spettacolo? Sono abituata a cantare tutto anche perché canto nel locale più famoso di Torino, dove sono passati i più grandi cantanti del mondo, che è il Le Roi; quando sono su quel palco mi sento fortunata perché su quel palco sono passati i più grandi della musica italiana e internazionale. Allora già per questo mi sento molto fortunata. Pertanto sono abituata a cantare tutto. Io voglio solo portare a termine quello che faccio da venticinque anni, semplicemente a un livello un po’ più grande, però ovviamente sempre in un modo molto umile perché non ci si deve mai sentire arrivati, mai sentirsi invincibili, delle grandi star. Tantissima umiltà”.

Fabrizio Capra


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