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Joan Bosioc: sono un artigiano della danza!

Joan Bosioc è un maestro di danza classica, ha avuto una importantissima carriera e ama profondamente il suo lavoro.

Lo incontriamo alla Happy Dance School New Academy, una prestigiosa scuola di danza diretta da Mariolina Tomaiuolo, insegnante diplomata alla Royal Academy of Dance, è sorridente, ha appena terminato la sua lezione ed è soddisfatto delle sue allieve.

Il maestro è partito dalla Romania tanti anni fa con la danza nel cuore e la speranza nell’anima, “Sono un operaio della danza – si definisce – perché per raggiungere certi traguardi ci vuole molto sudore”.

Ci racconta la sua carriera?

Sono arrivato in Italia con la compagnia di Liliana Cosi e Marinel Stefanescu, abbiamo fatto tantissime tourneè in tutta la nazione, dopo sono stato ballerino solista all’Ater Balletto, continuai la mia professione a Roma nella compagnia di Renato Greco e in quel periodo incominciai a dedicarmi anche all’insegnamento, poi sono arrivato a Torino con Loredana Furno”.


Sappiamo che ha avuto una grande esperienza anche in Francia…

Sì, grazie a Madame Lidovà, sono stato primo ballerino etoile nel Ballet Theatre Francaise di Nancy, con loro ho girato il mondo, danzando Petruska, Boutique Fantastique, Apres midi d’un faune, è stata una esperienza fantastica che mi ha permesso di conoscere e collaborare con grandi artisti tra cui Nureyev”.


Ci può parlare di Nureyev?

Talvolta era ospite nella nostra compagnia, era molto naturale, non si atteggiava da grande divo, era veramente unico. Quello che colpiva di più era il suo magnetismo, rapiva il pubblico e lo catturava. Io lo guardavo dalle quinte per carpirgli i suoi segreti, era severissimo con se stesso ma indulgente con gli altri ballerini, è stato un onore danzare con lui”.


Maestro Bosioc, è più difficile danzare o insegnare?

Danzare è un’arte che riguarda solo te stesso quindi uno si misura con le proprie capacità, mentre insegnare è più difficile e impegnativa, non è facile trasmettere quello che uno ha dentro”.


Cos’è per lei la danza?

Un mondo magico che mi permette di vivere un momento assoluto, allora sento dentro di me una grande calma e se arriva un applauso sono felice”.


Se la vita fosse una danza quale sarebbe?

La marcia di Radetzky, perché è potente e ti spinge verso la vittoria”.


Che consigli darebbe un giovane che si avvicina alla danza?

Aver tanta pazienza, non avere fretta. Aprire bene le orecchie e gli occhi per carpire i segreti dei più bravi e non abbattersi davanti ai primi insuccessi”.


Progetti futuri?

Poter continuare ad insegnare e creare nuove coreografie, ma soprattutto di trasmettere a chi collabora con me il fuoco sacro della danza e cercare sempre di essere ottimisti”.


Foto Alfio Bonsignore

Si ringrazia l’Associazione Culturale Vena Artistica per la collaborazione.


Ermanno Eandi



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