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Sulle tracce dell'antica religione

Ci sono un prete, un medico e un farmacista…

Santuario Nostra Signora della Stella - Trana (To)

Stop. Tranquilli, non è l’incipit di una barzelletta è un fatto accaduto realmente.

1768, secondo giorno di settembre. Trana, val Sangone. Una ventina di chilometri da Torino. I tre personaggi in questione, il prete, il medico e il farmacista, decidono di farsi una passeggiata sulla collinetta incastonata tra il torrente Sangone e il Monte Cuneo, appena fuori paese, lungo la strada che conduce ai laghi di Avigliana. Vogliono vedere a che punto è la maturazione delle castagne che solitamente lì, vicino ai ruderi di una antica cappella dell’anno mille oramai abbandonata, abbondano in quantità. Mentre allegramente svolgono il loro sopralluogo nel tepore tardo estivo, avviene un fatto straordinario.

Ai tre appare la Vergine Maria vestita di bruno.

Icona Madonna Nera sovrastante l'altare

Immediatamente la notizia si diffonde in paese e si decide di costruire sul luogo dell’apparizione una nuova cappella, al cui interno viene posta una statua lignea della Vergine, simile a quella che si trova al Santuario di Oropa, presso Biella. Una Madonna nera.

Successivamente la cappella diventerà Santuario e meta di pellegrinaggi, tra i più famosi quelli del Pellico e del Manzoni.

Bene, direte Voi. Hai raccontato la storia di una fra le centinaia di apparizioni mariane avvenute in Piemonte. Invece c’è molto altro. Più affascinante e complesso.

Mentre osservo la Madonna nera, oggi riprodotta in un rosone sopra l’altare maggiore, mentre la statua, che una tradizione locale vuole che sia stata fatta da San Luca, attualmente non è più nelle condizioni originarie e non viene più esposta, il mio cervello scioglie le briglie e inizia l’immancabile tempesta mentale che avviene ogni volta in cui mi trovo in questi posti incantati e fuori dal tempo.

Monte Pietraborga

La Vergine nera. Ce ne sono altre in Piemonte: Oropa, Groscavallo, Rivoli, Trofarello, Serralunga di Crea. Il culto della Madonna nera si innesta su quello celtico della Grande Madre. Forse non è un caso che Trana sia un sito celtico. A meno di un chilometro in linea d’aria dal Santuario c’è il piramidale Monte Pietraborga, conosciuto come la Stonehenge del Piemonte per la quantità incredibile di menhir, dolmen e cromlech ivi presenti.

Probabilmente il Santuario sorge su un precedente luogo di culto della Grande Madre. In fondo, la collinetta su cui è avvenuta l’apparizione mariana non ha forse la forma di un seno materno? Trana deve sicuramente essere un luogo Magnetico e di Potere. Probabilmente al centro dell’intersezione di qualche linea di forza. Non è un caso che a pochi chilometri da qui sorga la Sacra di San Michele, posta sulla linea di Forza dell’Arcangelo, e vi siano state altre apparizioni mariane: Avigliana, Selvaggio di Giaveno. Altra particolarità. Accertata è nella zona la massiccia presenza Templare. I Templari erano i custodi di Antiche Conoscenze e pagarono un prezzo assai caro per questo.

Dodici stelle

Anche il nome del Santuario è evocativo: Madonna della Stella. Forse la Stella Sirio, simbolo della Grande Madre? La Stella che Illumina la via della Conoscenza. Il Sentiero dell’Iniziato? Emblema di Iside, Vergine nera che genera la Vita?

Iside, Dhemetra, Cerere, Istar, Ecate, Maria. I vari nomi con cui è chiamata la Grande Madre.

La Grande Madre, che imbrigliando dentro di sé le forze ctonie, in connubio col Cielo, genera l’energia Vivente. E’questo il fulcro dell’Antica Religione che praticavano i Celti e tutti i Popoli dell’Europa arcaica, primi fra tutti i Pelasgi.

La Vergine, la purezza, che in unione Sacra, la Ierogamia, coll’elemento maschile, personificato da Osiride/Pan o rappresentato dal Toro (non è forse il simbolo del capoluogo subalpino?) genera la Vita. Consente agli Uomini di passare dal buio del suo ventre alla Luce. La (ri)nascita costante. La figura cristiana della Vergine Maria non è dissimile. È Lei, come recita la preghiera, la Madre di Dio che è Vita.

Altare e icona Madonna Nera

Il culto cristiano della Vergine si è innestato su quello della Grande Madre. Le Vergine nere, oggi, sono il retaggio dell’Antica Religione di Iside e Dhemetra. Dhemetra, nome pelasgico evocativo. Dhe=Terra, Metra/Mitra=Utero. La Terra Utero. La Terra Madre da cui l’Uomo e stato tratto e da cui riceve il nutrimento, non solo materiale, per elevarsi verso l’Alto.

Nella sua secolare lotta contro il paganesimo, la Chiesa ha sostituito l’antica Religione con la Nuova sostituendo i suoi Templi con i precedenti. Lo stesso è avvenuto a Trana.

Tuttavia, l’Antica Religione non è mai morta del tutto. Sopravvive nel culto della Vergine, che, in omaggio agli antichi Riti dei Pelasgi, viene rappresentata in nero. Il nome Maria ha anch’esso una inequivocabile ascendenza etimologica pelasgica. Maria deriva da Mirjam. Mir=bene, bontà, jam=io sono. Mirjam=io sono la bontà. Inoltre, uno degli appellativi della Grande Madre era Myrionyme. Myrionyme deriva da Mirjon; Mir=bene e jon=nostro. Il Nostro Bene. La Grande Madre era, è il Nostro Bene.

Torre del Castello di Trana

Mi destano dall’incanto. Mi avvisano che, se non voglio passare la notte dentro la Chiesa, è meglio che mi incammini.

Prendo la via del ritorno verso Torino e noto, al di là del torrente, sulla destra, una torre. È ciò che resta del Castello di Trana, dei marchesi locali. Incuriosito, una volta tornato a casa, scopro che in quella torre si manifestano sovente due eteree Entità femminili dai lunghi capelli. Penso: sono probabilmente una delle manifestazioni dell’Energia della Grande Madre. D’altra parte nei pressi di ciò che resta del Castello c’è il Monte Pietraborga con i suoi menhir. L’enorme piramide naturale che convoglia al Cielo la Forza della Grande Madre.

Trana, sonnacchioso borgo all’imbocco della val Sangone. Centro nevralgico degli Antichi Culti.

Qui pulsa incessantemente il cuore della Grande Madre.

Qui arde il fuoco dell’Antica Religione.

Foto e articolo di

Roberto Maggio



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