La politica dell'incoerenza...
Basterebbe l'applicazione pratica di una semplice parola per poter affrontare la nostra vita nel modo migliore sia con se stessi sia nel rapporto con gli altri.
Questa parola è "coerenza".
Facile a dirsi difficile a realizzarsi, come colui che dopo una cena abbondante dice che è meglio prendere il caffè con il dolcificante e nel frattempo si spara nello stomaco una fetta di torta alla crema.
Noi viviamo, da sempre, quella che andrei a definire la "Politica dell'Incoerenza", la dove parole e azioni spesso sono in contrasto tra loro al punto da lasciare colui che ci osserva con il dubbio sul nostro vero essere, sul nostro pensiero reale.
Lucio Anneo Seneca affermava: “È turpe dire una cosa e pensarne un'altra, ma più turpe ancora lo scrivere una cosa mentre l'animo te ne detta un'altra”.
Credo, purtroppo, e ne sono sempre più fermamente convinto, che l'essere incoerente sia una caratteristica del genere umano, probabilmente già dall'albore dei tempi, da quando è iniziato a prevalere nella testa il "ragionamento" in contrapposizione all'istinto.
Così rimaniamo spesso disorientati e a nostra volta disorientiamo gli altri in quello che alla fine si materializza come un gran minestrone dove si vanno ad alternare, secondo la stagione, gli ingredienti, modificandolo a nostro piacere se non, sovente, al gusto degli altri.
E pensare che non molto tempo fa un grande uomo, un grande Presidente della Repubblica, Sando Pertini esternava: "I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo".
Non ho la bacchetta magica e non pretendo di voler cambiare la testa delle persona con un semplice editoriale però scrivere queste cose mi fa sentire meglio e mi sprona a essere coerente, il quanto più possibile, con quello che vado a esporre.
E allora perchè non provarci?
"Piacerò ad alcune persone e ad altre no. Così è meglio che sia me stesso, e poi almeno saprò che alle persone a cui piaccio, piaccio perché sono io" (Hugh Prather).
Fabrizio Capra