Ellen: una musica pop dalle contaminizioni classiche
Chiara De Petri, in arte Ellen, ha una formazione classica, ha studiato pianoforte e chitarra acustica, un amore viscerale per gli strumenti ad arco e per il violino in particolare che ama inserire anche nei suoi pezzi che sono tendenzialmente pop ma con appunto diverse contaminazioni classiche.
Sembrano delle colonne sonore, verrebbe da dire, ascoltando alcuni frammenti dei suoi brani con quei sali e scendi di pathos, e in effetti Chiara ha una doppia specializzazione musicale, da una parte compone colonne sonore per film, cortometraggi, spot ecc (citiamo l’ultimo lavoro da lei composto “Sorellastre” con la regia di Donato Luigi Bruni presentato alla Film Commission e disponibile in DVD) e dall’altra la sua attività di cantautrice dalla voce limpida e dalle tematiche spesso malinconiche seppure a volte smorzate da una melodia più leggera e spensierata come l’ultimo singolo Jasmine, di cui girerà il video a breve. Un pezzo fresco, quasi estivo direi, anche se soffermandosi ad ascoltare più attentamente il testo si intravede questo lato più cupo e introspettivo che la caratterizza. Questa connotazione, come un comune denominatore dei suoi pezzi, almeno quelli pubblicato fino ad ora, dalla fine del 2017 fino ad oggi, sono in realtà il risultato di un vissuto un po’ tortuoso ed un percorso personale che ha portato l’autrice e polistrumentista ad essere oggi più libera e consapevole di sé, anche dei suoi sentimenti:“Qualcuno mi ha benevolmente mosso una critica sulla 'tristezza' dei miei brani, in realtà come tutte le persone non sono solo triste, è che semplicemente i sentimenti positivi come la gioia ma anche la rabbia che non è positiva ma è reattiva sono tutti in qualche modo gestibili per me, la malinconia molto meno invece, ed è lì che ho bisogno di più tempo per trovare le parole giuste per uscire da un momento buio e la musica mi viene in soccorso, mi viene a cercare, anzi ci cerchiamo a vicenda”.
Ecco come nascono i brani di Ellen, si siede al pianoforte, ispirata dalla sua musica classica preferita, quella di Beethoven, ma anche di Mozart e Bach e comincia a comporre liberamente lasciandosi trascinare dalla musica, scrive magari una melodia al piano ed ecco che le parole arrivano da se, definisce il rapporto con lo strumento molto intimo e particolare, il pianoforte è per lei come un foglio di carta bianco su cui scrivere e la melodia è la riga dritta che ti permette di scrivere sul foglio dando una direzione al testo. Tornando a Jasmine è la storia di una ragazza che spesso si sente estranea ai luoghi che la circondano e che è costretta ad indossare una maschera corazzata che la fa apparire come una forte guerriera ai più ma che in realtà cela tutto un altro mondo interiore più complesso che la frettolosità e superficialità del mondo non sempre coglie. Il primo EP di Ellen è uscito a fine 2017 e portava il titolo di Comete, il secondo invece è previsto per la fine di quest’anno e mi anticipa che si intitolerà Compromessi. Ellen ha un modo di scrivere molto spontaneo dicevamo e in quest’ottica non si è mai domandata se scrivere testi in cui parla di sentimenti verso una donna possa apparire inusuale o urtare qualcuno, vivendo molto serenamente la sua vita non ha mai pensato di modificare i suoi testi perché risultino più popolari: "Non mi vengono in mente grandi nomi di artisti italiani dichiaratamente omosessuali che scrivano in maniera coerente con la loro posizione/natura ossia che usino ad esempio gli aggettivi al genere della persona dello stesso sesso a cui si rivolgono, a me invece viene naturale, me l’hanno fatto notare e sinceramente non mi dispiace essere l’unica o tra le poche, d’altra parte ho ricevuto anche apprezzamenti per questo motivo”.
Ancora eccessivamente modesta la nostra artista è anche titolare e fondatrice assieme all’amico Stefano Zarino del Greenstain Studio di Torino, dove ha mosso i primi passi da producer, beatmaker e ovviamente autrice, oltre che covo di artisti come Daniele Miola, di cui vi ho parlato qualche settimana fa e Robert The Biro che intervisterò a breve, tra loro è nata una sincera amicizia e collaborazione professionale, tanto che c’è già nell’aria l’idea di alcuni live in trio per il futuro. Parlando di futuro il sogno di Ellen è quello di continuare su questa strada che ha intrapreso componendo pezzi pop ma sempre con quel tocco di classico che sicuramente la discostano dalla maggioranza della musica mainstream, ma non troppo. Ma il sogno ancora più grande è un altro, dovete sapere che Chiara si sta laureando in psicologia e sta già collaborando con diversi centri ed associazioni in cui accompagna gruppi di persone con difficoltà o malattia in laboratori di canto e musica, però lei sogna in grande e vorrebbe un giorno gestire un progetto di questo genere ma molto più strutturato, un grande spazio musica dedicato ai pazienti psichiatrici con tante sale e strumenti a disposizione. Nel frattempo ha già in mente di specializzarsi in musicoterapia, ma le piacerebbe che il futuro italiano di questa branca portasse un cambiamento, ossia un approccio più ludico e più musicale per i pazienti, dove l’aspetto terapeutico sia solo la naturale conseguenza dell’apprendere delle nozioni musicali che rimangano in tasca agli allievi e fruibili per loro.
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Roberta Tetto