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Il Cromlech di Cavaglià... undici alti menhir ricollocati

Chi fosse interessato a visitare Stonehenge non deve far altro che imboccare l’autostrada Torino-Milano, uscire al casello di Santhià e percorrere pochi chilometri di statale fino a Cavaglià. Qui, nei pressi di una rotonda sulla strada per Biella, troverà il complesso megalitico.

I miei, certamente assai meno, venticinque lettori, sicuramente, si staranno chiedendo se ho dei problemi con la geografia o, più semplicemente, se sono impazzito. Stonehenge non può essere in provincia di Biella. Tranquilli. Non sono pazzo – forse - e in geografia avevo il massimo dei voti.

Confermo. Stonehenge si trova a Cavaglià, grosso centro agricolo posto tra Santhià e Biella.

Immagino cosa vi stia passando per la testa leggendo queste righe. Lasciate che vi spieghi un istante.

Una volta entrati in paese, percorrendo la strada principale, subito dopo una curva a destra si noterà, sulla sinistra qualcosa di eccezionale. Un complesso megalitico che nulla a che invidiare con quelli più famosi della Britannia. Unico nel suo genere in Italia. È il cromlech[1] di Cavaglià.

Il monumento è composto da undici gigantesche pietre poste in cerchio. Precisiamo subito che, sfortunatamente, la disposizione attuale dei menhir[2] che formano il cromlech non è quella originaria, purtroppo non più identificabile con precisione. Negli anni ’80, per far posto alla costruzione di un complesso residenziale, le pietre furono spostate[3]. Tra il 2004 e il 2005, per merito dello studioso torinese Luca Lenzi e su impulso della Sovrintendenza ai Beni Archeologici della regione Piemonte, i monoliti sono stati posizionati nell’attuale collocazione[4].

Arrivo in paese. Parcheggio e mi avvicino alle pietre. A vederle così sembrerebbero dei giganti di pietre, dei guerrieri, posti in cerchio prima di una battaglia. Arcaiche e silenziose sentinelle di lotte ancestrali.

Su un pannello informativo posto all’ingresso del cromlech si possono leggere alcune interessanti notizie. Le pietre, probabilmente, furono erette in un periodo compreso tra i 4000 e i 6000 anni fa, arrivano a pesare anche 25 tonnellate e il materiale di cui sono composte è gneiss molto duro.

Entro nel cerchio di pietre. Alcune sono veramente enormi. Penso sia un peccato che il manufatto non sia nella sua collocazione originaria, così si sarebbe potuto verificarne l’orientamento rispetto al Sole o alle costellazioni più importanti. Alcuni studiosi, infatti, affermano che i cromlech sarebbero stati dei giganteschi orologi di pietra che indicavano con precisione gli equinozi e i solstizi. Secondo altri, oltre alla funzione di osservatorio astronomico, svolgessero quella di luogo sacro in cui si praticavano riti legati al Culto del Sole. Per altri, fra cui i geobiologi, i cromlech avrebbero svolto la funzione di catalizzatore di energie cosmo-telluriche, interagenti con l’energia emanata da corsi d’acqua sotteranei[5].

I cromlech, infatti, sarebbero stati costruiti, come delle vere e proprie centrali, su particolari punti energetici assai forti, posti all’intersezione di due linee di Forza, o leylines[6].

Le leylines sono come dei veri e proprio fiumi di Energia che, come una griglia, intersecano la superficie terrestre in line retta. Per i geobiologi avrebbero una larghezza tra i 3 e i 30/40 metri e una lunghezza tra i 5 e 30 metri[7]. Sono quelle fasce di Energia che i cinesi chiamavano le Vene del Drago.

Il sistema linfatico della Terra. Il tessuto connettivo, la nervatura, della Grande Madre, che, emanando verso la superficie la sua Energia Pulsante, Vivente, entrava in Vibrazione, in Contatto, con quella proveniente dal Cielo, in un connubio di Potenza che gli antichi abitanti d’Europa sarebbero stati in grado di imbrigliare e incanalare per mezzo queste gigantesche circonferenze di pietra, formate da tante “antenne” - i menhir - capaci di intercettare e convogliare, irradiandole, tali Forze. I cromlech sarebbero serviti come luoghi in cui le Energie della Terra e del Cielo sarebbero venute in contatto[8].

Non nego che all’interno del cerchio di pietre si respiri un’atmosfera ancestrale. La mia mente vaga e, perdendosi, immagina ciò che poteva accadere in ancestrali rituali, durante i quali, i Sacerdoti di quei tempi perduti entravano in contatto con date Forze, facendosi un tutt’uno con il cromlech e la sua Energia, divenendo dei menhir viventi.

Il rumore dei mezzi che ininterrottamente passano sulla adiacente provinciale, rompe l’incanto. Guardo l’orologio. Devo andare via.

Rientro, lasciandomi dentro la Stonehenge d’Italia e la sua Energia Vivente.

Roberto Maggio









[1] “Cromlech (in gallese: crom, rotondo e lech, pietra) è un insieme di menhir allineati in cerchio, a volte uniti col sistema trilitico a formare un santuario, forse con funzione di osservatorio astronomico”; cfr. Wikipedia alla voce Cromlech https://it.wikipedia.org/wiki/Cromlech


[2]“Menhir (dal bretone men e hir "pietra lunga") sono dei megaliti (dal greco "grande pietra") monolitici (da non confondere con i dolmen, polilitici e solitamente assemblati a portale), eretti solitamente durante il Neolitico, che potevano raggiungere anche più di venti metri di altezza”; Cfr.https://it.wikipedia.org/wiki/Menhir


[3]Cfr. http://www.piemonteparchi.it/cms/index.php/territorio/archeologia/item/473-i-menhir-di-cavaglia


[4]“Nel 2004, in un’area dismessa del Comune, accanto al parcheggio della piazza adibita a mercato, giacevano semicoperti da rovi e vegetazione selvatica, numerosi monoliti, di cui uno ancora fortunosamente in posizione verticale. Luca Lenzi comunicò la circostanza alla Sovrintendenza ai Beni Archeologici della regione Piemonte. Dopo un primo sopralluogo, il professsor Filippo Maria Gambari, segnalò al comune di Cavaglià ed alla locale stazione dei Carabinieri la necessità di provvedere alla “sicurezza dei blocchi e di programmare il loro posizionamento sul sito o nella più vicina area pubblica, in un contesto adeguato”.Ulteriori sopralluoghi evidenziarono la presenza, sui massi, di lavorazione umana antica, di incisioni cruciformi e di una coppella. Basandosi su tali elementi, i monoliti possono essere datati come “appartenenti all’Età del Ferro”.Alla fine di gennaio 2005 partirono i lavori di riposizionamento dei reperti sotto la direzione dell’incaricata della Sovrintendenza e venne ripristinata la postura verticale di 11 monoliti.”. Cfr. http://archeocarta.org/cavaglia-bi-menhir/


[5] Cfr. https://curiamoatlantide.wordpress.com/2015/03/19/lenergia-dei-cerchi-di-pietre/


[6] Cfr. http://www.ilpuntozero.com/le-ley-lines-o-vene-di-drago-i-flussi-energetici-della-terra/


[7]Ibidem


[8]Ibidem

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