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Quanto è effimera l'apparenza di colui che vuol solo apparire...


Passa un lungo periodo nelle vesti di una ripugnante larva per poi, finalmente, spiccare il volo da bellissima farfalla se non fosse che la sua vita dura pochissimo, è così… effimera.

Poi mi scrollo di dosso questa parvenza entomologa e mi rispecchio nella società odierna dove regna sua maestà l’effimero… purché sia un qualcosa che fa apparire.

Ecco… apparire!

Effimero e apparire sono le due parole d’ordine del mondo di oggi: poi se non vali nulla che importa, conta l’apparenza.

Ma l’apparenza è come una bolla di sapone: bella da vedersi mentre si muove nell’aria catturando i raggi del sole per poi scoppiare dimostrando quello che realmente è: vuota!

Lo scrittore e filosofo spagnolo Baltasar Gracián affermava: “Ci sono individui composti unicamente di facciata, come case non finite per mancanza di quattrini. Hanno l’ingresso degno d’un gran palazzo, ma le stanze interne paragonabili a squallide capanne”.

Quanta verità in questa affermazione che resiste da poco meno di quattrocento anni, quante persone oggi sono solo facciata e zero contenuti, sono scatole vuote inconsistenti.

Però se qualcuno si può beare di questo status è perché ci sono persone che si accontentano di questo “vuotismo” interiore esaltato dall’apparenza senza andare a scavare se il tutto si basa su fondamenta solide.

Forse è più semplice, però alla fine cosa ci resta in mano? È come voler afferrare l’aria, stringerla in un pugno e poi scoprire, aprendo la mano, di non aver acchiappato nulla.

Personalmente voglio ancora cercare la concretezza. I parolai li lascio agli effimeri che vogliono apparire e ai loro, altrettanto vuoti, seguaci. Se si fanno dei progetti concreti, se si coltivano le proprie ambizioni, se ci si dà da fare con umiltà, se si aguzza l’ingegno, i sogni diventano realtà” (Banana Yoshimoto).

Fabrizio Capra

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