top of page

Cristina Vitagliano: la fiaba nera italiana

Facciamo la conoscenza di Cristina Vitagliano, scrittrice Italiana incontrata al Salone del Libro di Torino 2018, in questa intervista ci parla di lei e del suo lavoro:

Laureata in lingue e letterature e, da sempre, grande appassionata di libri e letteratura, ho sempre scritto tanta saggistica letteraria e, nell’ultimo anno, ho svolto questa attività, per la casa editrice El Doctor Sax Beat & Books, per la quale traduco e, appunto, scrivo dei saggi. Attualmente sono state pubblicate le mie traduzioni con saggi critici di Benito Cereno di Melville e I duellanti di Conrad.


Dark Phantasy - 2016 Pathos edizioni:

Dark Phantasy è una raccolta illustrata di 7 fiabe in chiave dark, ognuna ispirata a un peccato capitale. L’idea è nata durante i miei studi universitari alla facoltà di lingue e letterature straniere. Durante un esame di letteratura tedesca, in particolare, ho avuto modo di studiare i fratelli Grimm e ho iniziato a leggere le classiche fiabe che tutti conosciamo nelle loro versioni originali. Facendo questo, ho scoperto che queste storie antiche, tramandate per centinaia di anni, erano poi state riadattate e decisamente edulcorate in epoca moderna, al fine di renderle adatte ai bambini. Il mio intento è stato quindi quello di recuperare il tratto cupo, cruento e macabro delle fiabe originali in sette fiabe di mia invenzione, a cui ho aggiunto un tocco di modernità. Lo scopo principale di una fiaba è quello di esorcizzare le paure delle persone; le antiche fiabe popolari quali Pollicino, Biancaneve, Cappuccetto Rosso, ecc, risalgono (nelle loro prime stesure) a

epoche medievali o comunque piuttosto antiche e riflettono di conseguenza le paure dell’uomo di quei tempi, qual: l’orco, la strega, il bosco notturno, la paura di perdersi, ecc. Secondo il mio parere, per quanto questi temi siano affascinanti e senza tempo non appartengono più (almeno in parte) alla società moderna e ho voluto quindi mescolare queste tematiche classiche ad altre più attuali, quali: l’abuso di droghe, disturbi alimentari, lavoro in fabbrica, ecc, sempre, naturalmente, in chiave fiabesca.

Il Cuore Quantistico - 2018 Undici edizioni:

Il Cuore Quantistico è un romanzo breve di genere gotico surreale, basato sulla contrapposizione continua tra cuore e cervello, poesia e meccanica, sentimento e logica, attraverso i due personaggi principali e alla loro vita. È un libro che mischia poesia e narrativa ma anche, come tematiche, la meccanica quantistica, l’amore, la perfezione, il sentimento, l’anatomia, in un mix di tematiche e atmosfere che si ispirano al romanzo gotico vittoriano, rielaborato in chiave fiabesca. L’ispirazione per questo libro deriva soprattutto da autori come Mary Shelley, e in particolare il suo Frankenstein, le opere di Edgar Allan Poe e, pur non essendo in realtà uno scrittore, all’arte di Tim Burton. Questo regista, che ammiro molto da sempre, ha, secondo me, avuto

il grande merito di far conoscere al grande pubblico un “sotto-genere” particolare e inusuale come la fiaba nera, un genere che, tutt’ora, sono in pochi a sperimentare; un genere ibrido e misterioso in quanto non è definibile come fantasy vero e proprio, né come horror, né, chiaramente, come realistico, ma che mescola tutti questi generi in uno solo, attribuendo a tutte le cose un tocco di nero. Io, nel mio piccolo, cerco di fare del mio meglio per creare una mia versione di questo genere.


Come hai iniziato a scrivere? Ho iniziato a scrivere da piccola, alle elementari, e per questo devo ringraziare, in particolare, due maestri che ho avuto in momenti diversi della mia educazione scolastica. La prima è stata la mia maestra delle elementari di italiano che, vedendo in me una particolare fantasia, mi iscrisse a un concorso letterario per bambini. Il secondo, dieci anni dopo, è stato il mio professore di lettere del liceo, che mi ha stimolata e spinta a scrivere, dandomi la grinta necessaria per poi intraprendere questo percorso da scrittrice.


Chi sono i tuoi maestri a chi ti ispiri? Edgar Allan Poe è da sempre il mio principale maestro, tant’è che ho anche scritto la mia tesi universitaria su di lui. Il suo modo cupo, macabro e, a tratti anche fiabesco, di raccontare le sue storie, mi ha conquistata sin dalla pre adolescenza e mi accompagna tutt’ora. Altri scrittori a cui mi ispiro sono, appunto, Mary Shelley, guardando in ambito italiano, Stefano Bessoni, e Beatrix Potter, una scrittrice per l’infanzia che, secondo me, ha avuto il merito di scrivere delle fiabe meravigliose, anch’esse con un lieve tocco di macabro, che ho sempre apprezzato moltissimo. Naturalmente, non posso non citare Tim Burton anche qui.

Per saperne di più su Cristina e le sue opere:

Alessandro Sacchi

bottom of page