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Rocco Papaleo, mettere una nota giusta in un'armonia

Nella bellissima Piazzetta Reale, per il ciclo Torino Estate Reale è andato in scena lo spettacolo col grande Rocco Papaleo.

Fin da subito si era intuito che sarebbe stata una serata ricca di emozioni,

A chi entrava per prendere posto non è sfuggita la presenza dell'attore sotto il palco pronto a fare due chiacchiere, poi via a fare a fare i selfie, firmare gli autografi, dare una carezza, un abbraccio, dare conforto a chi aveva problemi di salute con i vari partecipanti.

Che carisma, ben sottolineato dallo stesso in un passaggio ironico del suo spettacolo sulla distanza che spesso si avverte tra artista e pubblico.

"Torino per me è la città dove vivo, si fa per dire visto che sono sempre impegnato, ho casa a Torino e mi diverto di più a fare gli spettacoli a lasciarmi trasportare dalle sensazioni e dagli stati d'animo, gli sfoghi, mi sfogo" così Rocco Papaleo si esprime accogliendomi con un abbraccio e un sorriso.

"Farò una tournée fino a metà agosto, ho raccolto i miei pezzi più belli" mi dice e poi devo lasciarlo andare, una coda interminabile lo aspetta per incontrarlo e per una volta passare qualche istante con lui.

È proprio diverso scende tra il pubblico e interagisce spesso volentieri e mi rendo conto che è tutto già iniziato senza rendermene conto.

Con lui in scena i suoi compagni musicali Arturo Valiante al pianoforte, Guarino Rondolone alla chitarra, Davide Sebarese alla batteria e percussioni e Giorgio Tebaldi al trombone che lo accompagnano con ottime performance.

Insieme creano uno spettacolo che va al di la di ogni aspettativa, ti lascia trasportare ed emozionare e con un consiglio libera gli stati d'animo, sii folle.

I suoi pezzi sono ricordi e spezzoni della sua vita, raccontati con un'ironia magistrale dal primo pezzo chi siamo da dove veniamo, parodia uomo arido e il cactus. Al secondo pezzo dedicato al padre dal terzo pezzo dedicato alla prima ragazza che si era innamorato al liceo, al racconto della prima volta.

Momenti di emozione quando si esibisce al pianoforte Guarino Rondolone, e il pianista chiede di recitare una poesia scritta da lui, una lunga storia d'amore accompagnato da Rocco al pianoforte, un'estasi di arte e musica.

I treni immaginari, dove non esistono stazioni. Immagina di sederti su una panchina e lasciare andare i pensieri e i desideri, ci sono treni che non si possono perdere

La canzone dedicata a Maria Teresa. Prima di cantarla scende tra il pubblico a cercare una donna che interpreti Maria Teresa e il duetto si rivela entusiasmante.

Questo o quello, il dualismo visto con spiccata ironia, rappresentato seduto sui gradini che portano alla platea per concludere con il ricordo più bello: la mamma che prima di partire da casa per andare a camminare gli dava il panino con la frittata.

Non poteva mancare un riferimento al padre, il risveglio del mattino con le note di "Fly me to the moon" di Sinatra.

Ultimo pezzo "stormy weather " , appassionarsi alle cose, interpretazione magnifica Rocco Papaleo con Arturo Valiante al pianoforte e Tebaldi che suona la tastiera a fiato mentre gira tra il pubblico a farla provare.

"Tutti dovremmo sapere uno strumento musicale, mettere una nota giusta in un'armonia".

Applausi e Papaleo stravolge ogni copione, vuole il bis dal pubblico e lo coinvolge in un finale in crescendo, prima con Basilicata, ormai inno della stessa Regione da lui scritta, con il pubblico che intona il ritornello e infine Tun Tu la canzone della Foca, prima canzone scritta da Papaleo, con il pubblico che si alza in piedi e fa la mossa trasportato in un grande momento di spettacolo.

Alessandra Bagini

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