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Alviero Martini: bisogna essere, non apparire!

Cinquant’anni di carriera, un’eccellenza italiana nel mondo.

Nell’ambito della Milano Fashion Week 2018 abbiamo intervistato lo stilista piemontese Alviero Martini, che a 68 anni ci traccia un bilancio di questi decenni vissuti spesso in giro per il mondo.

Non a caso dal 2006 è passato dallo storico marchio da lui creato quasi 20 anni prima, 1a Classe, simboleggiato proprio da una cartina geografica planetaria, al più autobiografico ALV, Andare Lontano Viaggiando.

Maestro, basta la creatività in questo settore o invece è essenziale lo studio, la conoscenza, la gavetta e aggiungerei l’umiltà di imparare dai più esperti e una buona dose di curiosità?

"La scuola è fondamentale, assolutamente indispensabile. E come ogni cosa che la vita ti offre la puoi approfondire, la poi sciupare, la puoi sottovalutare, o farne un motivo di crescita, non una ossessione, una fatica o un peso. Io non ho potuto studiare perché in famiglia serviva uno stipendio, e cosi dopo la terza media (anzi i tre anni di avviamento industriale), passati in fretta i 3 anni, cominciai a lavorare, presso uno studio grafico, già più consono alle mie attitudini. Ma evidentemente lo stipendio serviva a casa, e dunque se volevo qualcosa per me,bisognava fare altri lavori, per fortuna ero dotato di tanta buona volontà, allegria, senso del dovere, e cominciai a lavorare alle 6 del mattino dall’edicolante di fronte al negozio di arti grafiche che apriva alle 8,30, vendendo giornali, facendo le consegne dei quotidiani a casa dei clienti ed Egidio, l’edicolante, era così generoso che ogni giorno mi regalava un libro, allegato ad una rivista che doveva rendere e iniziai così a farmi una piccola biblioteca personale. Ricorderò per sempre che la prima lettura fu “L’educazione sentimentale” di Flaubert. Poi dalle 8,30 alle 12,30 in negozio a fare copie eliografiche, a vendere pennelli e colori, e all’ora di pranzo correvo in un ristorante per servire ai tavoli e appena prima di rientrare nuovamente al lavoro, un fugace pasto guadagnato, spesso uscivo anche con le mance, ritornavo al negozio, e infine dalle 18,30 in poi aiutavo un tipografo a comporre i testi. Ma in tipografia avevo un’altra grande opportunità: personalizzare con un mio disegno gli inviti per cresime, matrimoni, battesimi, etc. e fu lì che una cliente, vedendo i miei disegni e dovendo aprire una nuova palestra di aerobica, mi commissionò di crearle il logo, un disegno che sarebbe diventato il manifesto da affiggere in città, e le locandine oltre ai flyers. Il risultato fu ottimo, ben ricompensato e mi permise di iscrivermi al liceo artistico serale, dove, oltre agli studi artistici, imparai l’arte del ‘vetrinismo’, esportabile in tutto il mondo. Dopodiché entrai in una sartoria, il sarto dopo qualche mese mi mise al collo un centimetro, in mano un gessetto e sul tavolo uno scampolo di tessuto, e mi invitò a disegnare, tagliare e cucire: feci una gonna per mia madre e iniziai così, tra i tanti percorsi, anche quello della moda. Cominciai a viaggiare e con educazione e simpatia entravo nei negozi di Londra o Parigi e chiedevo se per caso avessero bisogno di un nuovo allestimento per la vetrina: alcuni risposero di no, altri sì, e con le foto delle mie vetrine in giro per il mondo, le mie quotazione e richieste a Cuneo salivano sempre più. Tutto questo per dire che la scuola è importantissima, quanto la gavetta e la voglia di scoprire quale è il tuo talento; specie se hai tanti desideri, tanta voglia e ti sai destreggiare con umiltà, passione e volontà, è molto probabile che presto incontrerai il tuo destino, che erroneamente la gente chiama fortuna".

Quanto hanno influito i suoi viaggi, la conoscenza di nuove culture sulla sua arte creativa?

"Moltissimo! La mia prima fuga, avvisando solo mamma, complice dei miei desideri, fu a Palma de Majorca, con un viaggio vinto solo perché avevo venduto il maggior numero di abbonamenti per una stazione sciistica del cuneese, e arrivato a Palma, entro in una agenzia e vedo un cartello che propagandava il trasferimento con 20 minuti di aereo a Ibiza, per 5.000 mila lire! Visitata Palma, eccomi ad Ibiza, dove c’era Piero, un amico di Cuneo che prima di me aveva già fatto i bagagli e proprio sull’isola aveva aperto un Mr. Hamburger: da aprile a ottobre, dalle 11 del mattino alle 4 di notte era un continuo preparare panini, e vissi quei 3 giorni con talmente tanta intensità e felicità, che compresi che nella mia vita i viaggi sarebbero stati un’altra scuola di vita. Infatti da lì a poco le mie frequentazioni, prima europee, poi americane, mi portarono a vedere i più bei musei, librerie, monumenti, palazzi storici, ma soprattutto i contatti umani, esprimersi in altre lingue e capire quanto fosse meraviglioso uscire dalla provincia e sentirti parte del mondo. Incontrai personaggi illustri sin da giovane e non mi sentii mai fuori luogo, anzi a casa, quella casa che era il mondo, le culture diverse, i discorsi appresi dai grandi e tutto quello che i viaggi offrivano!"

Dopo anni in cui la moda era uno dei settori trainanti dell’economia e della cultura del nostro paese, un lungo periodo di crisi. Quali secondo lei le principali cause?

"Dopo una indigestione, il rimedio è una pausa. In pratica si sono vissuti della Milano da bere, gli eccessi (ed anch’io ne ho abusato) di consumi, fino ad arrivare, principalmente per mancanza di regole, anzi, ricordiamo bene che sia nel passato, ma ancora oggi, proprio i politici erano gli esempi più lampanti di un uso-abuso che ci avrebbe portati a questa crisi epocale, che ora è difficile risalire la china.. ed ecco che ancora la classe dirigente non ha capito il problema (per la verità diffuso in tutto il mondo con una globalizzazione eccessiva e mal regolamentata). Ora serviranno anni per rimettere in piedi un’economia sostenibile e uguale per tutti, e quindi inevitabilmente passiamo attraverso “una nuova carestia”, seppur costretti a ridimensionare le nostre vite. Con l’avvento meraviglioso della tecnologia della comunicazione, anche qui abbiamo subito ingurgitato il peggio, dai social alla perdita di etica della sana conversazione, e la politica stessa oggi si fa con un tweet. Agli errori e alla grave crisi, abbiamo aggiunto una nuova forma di consumo spasmodico, che non aiuta certo ad uscire dalla crisi, ma anzi crea una illusione di APPARIRE E NON DI ESSERE. Bisogna riscrivere tutto, partendo dalla costituzione alle regole che vanno fatte rispettare, e rieducare nuove generazioni.. un gran lavoro!!!""

Pensa che si potrà mai tornare agli antichi fasti? La sua ricetta per uscire fuori da questa crisi?

"Non si tornerà mai più agli antichi fasti, ci saranno nuove ere dove tornerà un certo benessere, ma se non si creano i presupposti per un’etica morale “sostenibile”, ognuno prevaricherà sull’altro e le lotte tra gli umani saranno simili a quei film chiamati fantascienza, che altro non sono se non visioni di qualche genio che vede il futuro."

Pochi sanno che da giovane ha avuto esperienze teatrali da attore, fino a recitare con un’icona sacra come Vittorio Gassman. Ha in qualche misura inciso questa sua passione sul suo lavoro?

"Tra le tante passioni, c’era anche il teatro, e quanto ci fosse intorno, la scenografia, i costumi, etc.. Fare un provino ed essere scritturato da Gassman fu un’esperienza indimenticabile, ma lo fu molto di più conoscerlo e conquistare la sua amicizia e stima, durata dal ‘75 fino alla sua scomparsa. Ovviamente tutti gli anni del teatro, televisione, cinema e molta pubblicità, per uno come me, curioso ed attento, sono stati altri anni di apprendistato, di gavetta, di allenamenti che sono improvvisamente tornati utili nel giorno in cui, sempre improvvisamente è arrivata l’idea che cercavo da 30 anni, e il puzzle si è composto. Mai desistere!!!"

Lei ha iniziato anche a scrivere libri ed in particolare nella sua autobiografia “Un sogno, il mondo in valigia” ci sono tanti aneddoti della sua vita e della sua carriera. Quale ricorda con maggiore piacere e quale eventualmente cancellerebbe se si potesse?

"Stranamente la memoria mi è amica nei bei ricordi e spesso mi induce a cancellare, rimuovere o non ricordare gli eventi negativi. Tuttavia alcuni passaggi sono incisi come ferite sulla mia pelle, nel mio cuore e come tali vanno curate, con delicatezza e attenzione. Ma “the show must go on” e dunque ogni giorno si ricomincia, come se nulla fosse successo, e questa è la forza della natura che ti viene in soccorso. Domani è un altro giorno, diceva Rossella, ed è vero; vivi oggi intensamente, al domani ci penseremo domani, seppure sappiamo che la successione è rapida, e quindi mentre viviamo oggi, prevediamo di attrarre cose buone per domani"

In un noto programma Rai, Gigi Marzullo conclude sempre le sue interviste con la frase: “si faccia una domanda, si dia una risposta”. Io invece le chiedo una sua breve riflessione sulla nuova generazione. Secondo lei si pone ancora domande o si lascia trasportare da ciò che la società, i media “impongono” ed esclusivamente alla collettività, ghettizzando il singolo che non si adegua?

"Esistono entrambi i casi: i sognatori, che sicuramente porteranno a casa risultati e i divoratori di esperienze effimere che si ritroveranno soli, vuoti e sguarniti di esperienza. Dunque i media impazzano con la contaminazione e la spersonalizzazione, ma per fortuna una gran parte usa i media e li pilota senza esserne totalmente vittima. Questi giovani saranno il futuro, gli altri come appaiono, senza talento e solo con la necessità di mostrarsi, nello stesso modo scompariranno. Viva i giovani talentuosi, i giovani che sanno usare la comunicazione senza abusarne, viva i giovani che studiano e leggono, quelli che conversano con i grandi, un applauso a questi giovani!"

Cosa si aspetta in futuro Alviero Martini da Alviero Martini?

"Mi aspetto un ritorno alle buone maniere, alla conversazione con scambio di idee, al corporativismo e non all’individualismo, al concreto e non al materiale, all’etica comportamentale, alla buona educazione e alla volontà di “credere” in un mondo migliore. Utopia? NO, serve solo volontà, disciplina, coraggio e rispetto!"

Galleria Fotografica gentilmente concessa:

Francesco Franzese in arte Francois

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