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Art for Fashion, una carrellata sulla storia della moda con esperti del settore


Così come Art for Excellence di cui è stata la degna conclusione, anche Art for Fashion, l'evento svoltosi giovedì 06 Dicembre presso il Palazzo della Luce a Torino è stato ideato e voluto da Sabrina Sottile, da anni nel campo dell'organizzazione di eventi principalmente intorno al tema dell'arte.

L'arte incontra la moda, proprio così, la moda ha in realtà come punto di partenza l'arte, come ha spiegato durante il talk Gian Luca Bovenzi, esperto di tessili e ricami.

Davanti ad un pubblico di appassionati e curiosi sono state proiettate e commentate le immagini di abiti del passato a partire dal 1600 circa fino ai primi del Novecento appartenuti a personaggi femminili e maschili della nobiltà dell'epoca, si è parlato di pailettes, che un tempo erano in uso sia in capi di abbigliamento maschili che femminili per poi divenire sempre più accessorio solamente femminile per le grandi occasioni e maschile nelle uniformi ufficiali.

Si è parlato anche di tinture e di quanto qualcosa che per tutti noi oggi è scontato come il poter scegliere tra un capo bianco ed uno di colore blu, piuttosto che rosso o bicolore non fosse altrettanto scontato e soprattutto economico un poco più di un secolo fa, solo la nobiltà e l'alta borghesia potevano permettersi abiti colorati fino alla fine del 1800.

Ci si è soffermati inoltre sui particolari, su quei, all'epoca bellissimi, abiti principeschi che osservati nel dettaglio nascondevano vere e proprie narrazioni, di caccia piuttosto che di momenti conviviali, osservandoli con la lente o meglio, con uno zoom , si possono chiaramente distinguere i dettagli di animali, di finestre e case e di intere scene nelle fantasie di questi abiti.

Infine uno spazio dedicato allo strumento della moda per eccellenza: il telaio e all'antica tessitura con queste ingombranti macchine da lavoro, scoprendo che la maggior parte dei tessitori del passato, contrariamente a quanto si possa immaginare, erano uomini.

L'intervento di Antonella Martinetto , AD della Remmert Spa di San Maurizio Canavese ci ha fatto venire un po' di nostalgia dei tempi passati, quando gli abiti venivano preparati con la cura ed i tempi necessari, senza la frenesia a cui le industrie ci hanno abituati. Nostalgia di quando un cappotto era "per una vita" e non per una stagione, in cui la qualità era al centro del lavoro dei tessitori e di quando i giovani sceglievano questi mestieri oggi sempre più rari: "Non abbiamo solo bisogno di esperti di moda e di professori, abbiamo bisogno di tessitori, di persone che sappiano usare le mani con passione - dice con orgoglio Antonella Martinetto - meno professori e più artigiani insomma".

Durante la serata i presenti hanno potuto ammirare gli abiti esposti ad un lato del salone e raccontati attraverso gli accessori della creatrice di bijoux di Haute Faintasie Paola Bellinzoni, accessori creati con materiali di vario genere, anche di origine idraulica e materiali da costruzione.

Presente anche Monica Bruno, una delle responsabili e curatrici del progetto "Iconica" che al suo primo anno vuole celebrare quegli artisti che sono diventati in qualche modo e ognuno nel proprio campo delle icone di uno stile unico.

Anche il tak ha avuto il suo intermezzo costituito da una breve sfilata della graziosa Silvia Urbani con abito da sera nero.

Assente per motivi di salute la fiber artist Silvia Beccaria che tra l'altro ha esposto una delle sue opere proprio per la mostra Art for Excellence, collaborando strettamente con Remmert e narrando la storia delle ragazze che a metà novecento hanno lasciato un segno lavorando in questa azienda.

A conclusione della serata i ringraziamenti dell'organizzatrice, una foto di gruppo e un piacevole aperitivo.

Roberta Tetto

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