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101 Perchè che non puoi non sapere sulla storia di Torino, i segreti e le curiosità di un'amante

Continuano gli incontri con gli artisti conosciuti durante la mostra d'arte Art for Excellence, in questo caso conosciamo un'artista che ho incontrato casualmente al Palazzo della Luce (non era tra i partecipanti) ma che accompagnava un'amica, Daniela Schembri Volpe, scrittrice che ama l'arte a 360° e che ha di recente pubblicato il suo ultimo libro su Torino.

Com'è nata la passione della scrittura?

La passione per la scrittura nel mio caso è nata leggendo, ma soprattutto lavorando nella filiera editoriale e affinando sempre più il mio gusto letterario. Il libro in generale è sempre stato motivo di grande passione per me, sono una fan sfegatata del libro cartaceo, il cuore del libro cartaceo batte ancora, forte, sia come oggetto in sé, tra copertina e formato, sia naturalmente guardando al contenuto tra trama e capacità di costruire un testo considerato appetitoso dal lettore. Essere appassionati di scrittura significa coltivare una sana curiosità che porta alla voglia di scoprire e di confrontarsi con chi scrive o, più in generale, al dialogo, sempre considerando di interloquire con un interlocutore stimolante. Riguardo ai generi sono più o meno onnivora, amo i libri di viaggi e viaggiatori, i saggi sulle scienze, i romanzi gialli.

Come mai 101 Perché che non puoi non sapere sulla storia di Torino?

Su Torino ho consumato fiumi di inchiostro, del resto lo sapevate che nella nostra città ci sono quattro fiumi? È incredibile come Torino sia un insieme di scatole cinesi, anzi "torinesi": ne apri una e vai avanti all'infinito perché da ogni argomento ne scaturiscono altri mille tra storia, misteri, aspetti insoliti, architettura, tecnologie e grandi marchi nati a Torino, leggende, esoterismo, curiosità, personaggi famosi che hanno transitato per le strade di Torino, re e santi, angeli e diavoli. Insomma i romanzi di Dan Brown dovrebbero essere ambientati a Torino! Quante volte la gente mi dice: «questo proprio non lo sapevo, grazie!», o mi chiede dove scovo gli argomenti. Quando cammino non mi sfugge nulla, osservo e poi elaboro, mi informo ed ecco che si materializza l'argomento. Leggere il mio libro è come salire sulla macchina del tempo e fare un bel viaggio a ritroso per assistere, ad esempio, a un’eclissi dal funesto presagio o alle feste organizzate per gli annoiati nobili francesi riparati a Torino nel 1789. Presenziare ai preparativi di una battuta di caccia per lo zar Nicola II o alla conquista del Karakorum in Himalaya da parte del duca degli Abruzzi. O ancora, vedere la Gioconda tutta impacchettata che transita da Porta Nuova per ritornare al Louvre, o imbattersi in un tronfio Lombroso che pretende di studiare la mente di Tolstoj. E perché no, passeggiare su un ponte di ferro precursore del ponte di Brooklyn mentre un idrovolante decolla sul Po verso Trieste, o magari accogliere preziosi reperti egizi arrivati dopo lunghi viaggi. Per partire basta solo sfogliare le pagine di Torino.

Cosa la lega così tanto al capoluogo sabaudo e cosa si porta dentro di buono e di meno buono di questa città?

Nel capoluogo sabaudo ho trascorso un lungo periodo della mia vita, poi il destino mi ha portato a vivere in alcune grandi metropoli del mondo come Bangkok, Istanbul, Francoforte, Roma, il Cairo… e credetemi il confronto con queste città mi ha insegnato ad apprezzare la nostra bella Torino in tutto il suo splendore. Di buono mi porto dentro il ricordo di quel melting pot italico che è stata Torino negli anni '60-'70 dove accanto ai torinesi doc c'erano gli immigrati dal Sud o dal Nord-est ora radicati nella città. Il torinese è riservato ma se gli vai a genio ti apre il cuore. Di meno buono credo che dopo i famosi Giochi invernali del 2006 Torino debba rimettersi nuovamente in gioco e imparare a valutare con grande interesse anche ciò che appare impossibile e credere fino in fondo alle opportunità e alle persone.

Dove la vedremo prossimamente per la presentazione del suo ultimo libro?

Amo le presentazioni che uniscono l'arte della scrittura alle altre arti. A breve presenterò la mia ultima opera nello studio di un apprezzato pittore argentino, Ernesto Morales, il quale pur esponendo in tutto il mondo, ha scelto come approdo per dipingere la nostra suggestiva Torino. L'habitat naturale per la presentazione di un libro resta comunque la libreria. Ho avuto l'onore di presentare i miei due libri precedenti 360 giornate indimenticabili da vivere a Torino e Keep Calm e passeggia per Torino al TG3 Regionale del Piemonte e al Circolo dei lettori, chissà che non accada lo stesso anche per la mia terza opera.

Ha già in mente qualche altro libro per il futuro?

Certo!!! Ho iniziato da un mesetto a scrivere la mia quarta opera su Torino. Inizialmente ero un po' titubante sulla ricerca di nuovo materiale ma Torino non tradisce mai… Ed eccomi di nuovo in pista con curiosità e aspetti insoliti che piaceranno ai torinesi e non. Non dimentichiamo che la storia di Torino ha influenzato le vicende dell'intero Paese e gli aspetti di cui scrivo possono ricondursi spesso all'intera penisola. Al momento, comunque, mi godo l'ultima fresca uscita di 101 Perché sulla storia di Torino che non puoi non sapere. Ma tenetevi forte, mi sono cimentata con il giallo e spero nell'anno

che segue di vederlo trasformato in un libro in "pagine e inchiostro". La tradizione italiana del giallo è divenuta negli ultimi anni una vera febbre giallo/noir con molti scrittori che creano pagine e pagine di noir, e questa febbre mi ha contagiata. Per concludere mi sono presa la libertà di trasformare un vecchio proverbio piemontese che così recitava: «A fan ëd pì j'ani che ij lìber» (fanno più gli anni che i libri). Invertendo con serenità i termini "anni" e "libri" il proverbio diviene: «A fan ëd pì ij lìber che j'ani», fanno più i libri che gli anni. Anche la mia è saggezza popolare!

Roberta Tetto

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