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Mash: la musica non deve insegnare, è emozione allo stato puro


Oggi conosciamo meglio Mash, giovane cantautore accompagnato a Sanremo Unlimited 2019 da Davide Maggioni e da Cristian Gallana.

Come definiresti il tuo genere musicale? Sono un cantautore e faccio musica che si può definire come un pop elettronico, amo usare molti synth nelle mie canzoni, ma allo stesso tempo mi piace essere versatile per cui in certe situazioni propongo le mie canzoni anche in chiave acustica.

Parlaci del brano presentato a Sanremo Unlimited, Circe come gli oceani. E’ una canzone a cui sono molto legato, Circe rappresenta l’amore universale, solo dopo che ho cominciato a comporla mi sono reso conto che quel concetto che stavo esprimendo si racchiudeva negli occhi di un animale, di un gatto in particolare e del gatto che è stato mio per diversi anni e che mi ha accompagnato per gran parte della mia vita. Parla di questa energia che muove tutto e che unisce gli esseri umani con le cose del mondo.

Come nasce una tua canzone? E’ molto particolare, io per esempio non riuscirei mai a scrivere un brano su commisione, perchè di solito nasce da un’esigenza di dire qualcosa che all’inizio non so nemmeno cosa sia quel qualcosa, mi metto al piano, comincio a suonare, la melodia nasce da sè, poi vengono le parole e infine mi rendo conto di cosa stavo parlando veramente. Per me la musica serve a enfatizzare le emozioni, belle o brutte che siano, non credo nella funzione morale o pedagogica della musica, non credo che debba insegnare nulla. Appartengo a quella cerchia di musicisti per cui la musica ha anche una funzione di auto analisi, mi aiuta a mettere ordine nelle mie emozioni.

In base a questo come lo vedi il giudizio nell’arte, visto che ci troviamo ad un contest? Trovo lodevole il lavoro dei giudici, non è per niente facile giudicare l’arte, anche perchè ci si addentra in un campo di soggettività specialmente se si parla dei contenuti dei brani.

Roberta Tetto

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