Laika e La Classe, gli appuntamenti di Camaleontika del prossimo weekend
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
CAMALEONTIKA 2018/2019 è la quinta stagione di spettacoli del Teatro Magnetto di Almese, comune della bassa Valle di Susa, a cura della compagnia teatrale Fabula Rasa diretta da Beppe Gromi e dell’associazione M.O.V. - Moderne Officine Valsusa, sostenuta del Comune di Almese, dalla Fondazione Piemonte dal Vivo, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Piemonte.
Nel fine settimana del 6 e 7 aprile 2019 Camaleontika propone un doppio appuntamento dedicato agli ultimi della terra.
Sabato sera Ascanio Celestini, grande interprete e autore del teatro italiano, presenta il suo struggente “Laika”, spettacolo che dà voce e dignità a fasce di popolazione ai margini della nostra società attraverso gli occhi di un Gesù improbabile che torna sulla terra scegliendo come punto di osservazione il parcheggio di un supermercato di periferia. (ingresso unico € 12,00).
Domenica sera viene presentato “La classe”, spettacolo nato da laboratori teatrali condotti dalla compagnia Voci Erranti all’interno della casa circondariale di Saluzzo e ispirato alla scuola di Barbiana di Don Lorenzo Milani (Ingresso intero € 10 – ridotto € 7).
In questi due appuntamenti ci sono molte caratteristiche di Camaleontika, una stagione di spettacoli che tiene fede al proprio nome proponendo diversi “colori”, linguaggi scenici e argomenti, ospitando artisti conosciuti e giovani compagnie, riservando un’attenzione particolare a temi importanti della contemporaneità e a fasce ai margini della società, come i migranti, i diversamente abili, i poveri e i carcerati.
6 aprile 2019 – Ascanio Celestini presenta “Laika”
Uno spettacolo di e con Ascanio Celestini, accompagnato dal vivo dalle musiche della fisarmonica di Gianluca Casadei, e con la voce fuori campo di Alba Rohrwacher.
Tornando dal bar il personaggio narratore (un ubriacone? un povero cristo qualunque?) racconta a Pietro, col quale divide un monolocale, i prodigi ai quali ha assistito.
Nulla di inspiegabile, ma proprio per questo straordinari.
I prodigi della solidarietà tra gli umili.
Della vecchia che insegna alla prostituta che per il sapere e la cultura non serve il denaro, che i libri nelle biblioteche sono gratis e che anche i musei un giorno al mese aprono le porte anche ai barboni.
Ed è proprio il barbone che in questa storia dorme nel parcheggio di un supermercato a cucire insieme tutte le storie.
L’ultimo tra gli ultimi. L’unico che nemmeno parla.
Ma anche quello che, sopravvissuto alla traversata del deserto e del mare è finito in quel mondo sotterraneo del lavoro che produce per tutti, ma che non è visibile a nessuno.
Infatti LAIKA è soprattutto questo: un piazzale nel quale si incontrano la fatica e l’umiliazione del lavoro, la rabbia e la solidarietà di chi non ha nulla da perdere e per questo riesce ad alzare la testa.
“Laika racconta la vicenda di personaggi che non hanno alcun potere e spesso stentano a sopravvivere, ma si aspettano continuamente che il mondo gli mostrerà qualcosa di prodigioso.
Ci credono talmente tanto che alla fine il prodigio accade.
Ignorano il potere di Dio o degli eserciti.
La loro forza e la loro debolezza sono la stessa cosa, per questo, pur essendo ai margini della società vorrei che riuscissero a rappresentarla per intero.
Questo spero di provocare: che lo spettatore professionista borghese, il giovane laureato o lo studente che ancora vive coi genitori si identifichi in un barbone o in una prostituta rumena, non perché vive la stessa condizione sociale, ma la stessa condizione umana”. (Dall’intervista a Helene Chevrier per Théâtral magazine n°63)
7 aprile 2019 - “LA CLASSE”, spettacolo dei detenuti del carcere di Saluzzo - Produzione VOCI ERRANTI
L'esperienza di teatro che la Compagnia Voci Erranti svolge con i detenuti del carcere di Saluzzo è un'iniziativa che permane nonostante le tante e gravi difficoltà che il sistema carcerario attraversa ed è, per i detenuti, una reale opportunità di crescita sociale e culturale così come per i cittadini un'occasione per conoscere da più vicino la realtà della reclusione.
Il tema dello spettacolo è la scuola e si ispira all'esperienza della sua scuola di Barbiana di Don Lorenzo Milani che tanto ha fatto discutere e riflettere, portatrice di un messaggio educativo che insegnava ai figli dei poveri l'importanza dello studio e della conoscenza come mezzo di riscatto sociale.
Il gruppo dei detenuti ha letto “lettera a una professoressa”, ha ripensato al proprio passato scolastico, ai comportamenti e alle mancanze che li hanno allontanati dal percorso di studenti.
Oggi, questi giovani-uomini, rinchiusi in un luogo senza spazio e senza tempo, sentono la mancanza di quel che non hanno vissuto e si sentono “eterni ripetenti “, impreparati ad affrontare gli esami che la vita propone ad affrontare.
L'insegnamento di Don Milani è sempre attuale, il suo motto I CARE può, ancora oggi, essere lo stimolo per una scuola rinnovata, in ascolto e attenta alle esigenze delle nuove generazioni, un'alternativa alla superficialità e banalità del quotidiano.
Il testo e la regia sono di Grazia Isoardi, le coreografie di Marco Mucaria e la produzione di Voci Erranti Onlus.
Roberta Tetto