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Mezzogiorno a teatro con Il Giardino Segreto

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Al Teatro Alfieri di Torino, in Sala Solferino, appuntamento con i Germana Erba’s Talents, protagonisti de Il Giardino Segreto per la rassegna low cost Mezzogiorno a teatro, creata quindici anni fa da Torino Spettacoli.

Il Giardino segreto è proposto secondo questo calendario di date e orari: martedì 9 aprile ore 12.45, mercoledì 10 e giovedì 11 aprile ore 13.45.

Liberamente ispirato al celebre romanzo per ragazzi scritto nel 1911 da Frances Hogson Burnett, lo spettacolo mette in scena il processo di maturazione di due ragazzi, Mary e Colin, grazie alle cure da essi fornite a un giardino segreto.

Un giardino incantato rimasto chiuso per molti anni a causa di una sfortunata vicenda.

Gli allievi del teatrale del Liceo Germana Erba affrontano un testo delicato dove si parla di amicizia, di valori, di famiglia e di sentimenti.

L’adattamento del testo è stato realizzato da Gian Mesturino e Simone Moretto; quest’ultimo è anche impegnato in veste di regista.

E’ una produzione Torino Spettacoli.

Le musiche sono a cura di Gabriele Bolletta, le coreografie di Gianni Mancini.

“Tutto ciò che sapeva della chiave era che si trattava della chiave del giardino chiuso.

Era perché era stato chiuso così a lungo che voleva vederlo.

Doveva essere diverso dagli altri posti”.

In questo lavoro, pubblicato prima a puntate e poi come testo autonomo, la commediografa e scrittrice inglese ci parla di diversità, coraggio e amicizia.

Al centro dell’azione, due bambini, l’orfana Mary e suo cugino Colin, che si adoperano per far rifiorire un giardino nascosto da un alto muro nella tenuta del padre di Colin e da lui dimenticato dopo la morte della moglie, avvenuta proprio in quel luogo.

Il giardino segreto rivendica un’inedita capacità dei bambini di operare in modo assennato e aiutarsi vicendevolmente per uscire da un momento di crisi.

I personaggi mostrano di poter gestire autonomamente il proprio tempo senza aver necessariamente bisogno della severa supervisione di un adulto.

L’educazione promossa non è quella impartita in buie aule scolastiche, ma quella garantita dalla vita all’aria aperta e dalla cooperazione.

Burnett si muove inoltre in controtendenza rispetto ai dettami dell’epoca: l’eccessiva vicinanza emotiva di due ragazzini di sesso opposto veniva infatti giudicata disdicevole, mentre lei mostra attraverso l’evoluzione dei suoi personaggi come possa rivelarsi altresì feconda di stimoli.

In questo contesto si inserisce la metafora portante di tutto il testo: quella del giardino, che non va inteso solamente come un luogo fisico ma anche come luogo dell’anima, da coltivare e far rifiorire in seguito a una situazione problematica.

Roberta Tetto

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