La Locandiera: il celebre successo di Goldoni torna a Torino
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Atteso ritorno per La Locandiera! Dopo la programmazione delle passate stagioni e il “tutto esaurito” dell’autunno, la commedia è in scena per 2 repliche speciali, martedì 16 aprile ore 20.45 e mercoledì 17 aprile ore 10 al Teatro Alfieri di Torino nell’edizione firmata da Torino Spettacoli.
La più bella commedia di Carlo Goldoni è interpretata da Miriam Mesturino e Luciano Caratto, con Alessandro Marrapodi, diretti da Enrico Fasella.
Completano l’affiatato cast: Barbara Cinquatti, Stefano Fiorillo, Maria Elvira Rao e Stefano Bianco.
Accanto a loro, i giovani talenti del Liceo Germana Erba: Francesco Bottin, Lorenzo Rho e Alberto De Luca.
Questo brillantissimo capolavoro goldoniano, andato in scena al teatro Sant’Angelo di Venezia il 26 dicembre 1752, narra l’avventura di Mirandolina, serva e padrona al tempo stesso di una locanda fiorentina.
Mirandolina è un’ottima locandiera; oggi la definiremmo una capace donna-manager. Intorno a lei personaggi spassosissimi: il Conte parvenu e spendaccione; il Marchese spocchioso visionario d’una antica ricchezza e d’una presente, inutile nobiltà; il Cavaliere misogino ma più di ogni altro ingenuo e Fabrizio, sinceramente innamorato.
La realizzazione de La locandiera è un importante traguardo per il Teatro Stabile Privato “Torino Spettacoli” che, partendo dalla Pamela del 1989, ha curato in questi anni il progetto di Germana Erba e Enrico Fasella Goldoni a Torino, articolato nell’omonimo convegno, numerosi incontri e giornate di studio e la produzione degli spettacoli L’Osteria della posta, Gli innamorati, l’Avaro, La bottega del caffè e Un curioso accidente.
Dalle note di regia: “La storia di una donna che rifiuta Conti, Marchesi e Cavalieri, per impalmare Fabrizio, umile borghese quanto lei, al fine – neanche troppo dissimulato – di governare meglio la locanda, non può che essere una tipica allusione alla novità dei rapporti tra borghesia e nobiltà, nel particolare momento storico in cui l'intrigante vicenda si sviluppa.
In Mirandolina, si visualizza, attraverso l’artificio scenico, quel mutamento, già ampiamente in atto nella vita reale, che vede la borghesia conquistare maggior spazio a danno della nobiltà veneziana e non solo (non dimentichiamoci che la commedia è ambientata a Firenze), dapprima quasi pacificamente coesistendo, per poi acquisire un primato che andrà via via consolidandosi negli anni successivi.
L’immagine che Mirandolina mostra di sé, ammiccando con il pubblico e con la «storia», zittisce ogni commento critico sul suo personaggio: la locandiera, più che onesta o crudele, più che infida o virtuosa, è un’efficiente donna d’affari, che pone la locanda al centro della sua vita e che al suo buon andamento, subordinerà sempre e oltre qualsiasi apparenza, ogni motteggio ed ogni lusinga.
In questo forse, è riconoscibile uno dei primi veri ritratti di donna «moderna» che il teatro ci ha offerto”.
Roberta Tetto