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E' già classico d'Estate, si comincia con il Processo a Socrate

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Mercoledì 26 giugno ore 21 al Teatro Erba si apre la 4ª rassegna low cost ma high quality “E’ già Classico d’Estate”.

C’è molta attesa per le gustose anteprime estive che la rassegna propone nell’accogliente “salotto” di corso Moncalieri, piacevolmente climatizzato.

Il primo appuntamento (il 26 giugno) è dedicato all’anteprima nazionale della nuova edizione di Processo a Socrate, scritto e diretto da Piero Nuti dai Dialoghi di Platone.

Ne sono protagonisti lo stesso Nuti e Elia Tedesco.

Si tratta di uno dei “processi” più appassionanti di sempre.

“È giunta ormai l’ora di andare, io a morire, voi a vivere. Chi di noi vada a miglior sorte nessuno lo sa tranne Dio": i Dialoghi di Platone, dedicati al processo e alla condanna a morte di Socrate, rappresentano un’alta e coinvolgente riflessione sul senso della giustizia, del dovere dell’uomo e della morte.

Lo stesso Socrate, a colloquio con i suoi discepoli, nel momento estremo della condanna capitale, fornisce con le sue parole e con il suo comportamento la prova vivente di una esistenza spesa a testimoniare il valore assoluto dell’obbedienza alle leggi, dell’amore per la patria, della religiosità della giustizia.

Nonostante gli accorati appelli a cercare la salvezza, Socrate va incontro alla morte con la consapevolezza di chi accetta il martirio come prova di altissima umanità e testimonianza del senso più alto della giustizia.

Lo splendido 91enne Piero Nuti, conoscitore e frequentatore del teatro antico ai massimi livelli, bissa poi il 10 luglio, in conclusione di rassegna, con Processo a un seduttore di Cicerone.

Martedì 2 luglio ore 21 (con replica giovedì 4 luglio ore 21) è la volta della nuova edizione, in anteprima nazionale, de La commedia dei gemelli nell’allestimento della Compagnia Torino Spettacoli con Elia Tedesco, Simone Moretto, Elena Soffiato, Elisabetta Gullì, Giuseppe Serra, Alberto Casalegno, Valentina Massafra, Enzo Montesano, Greta Malengo, Anna Demichelis e Pietro Giacomini.

Il testo è curato da Gian Mesturino e Girolamo Angione dai Menecmi di Plauto; la regia è firmata da Girolamo Angione.

Dopo aver proposto Miles Gloriosus, Pseudolus, Mostellaria, Aulularia, Casina, Rudens e Trinummus, prosegue infatti l’attento lavoro di restituzione, a cura di Mesturino-Angione, agli spettatori di oggi delle opere di Plauto, per affrontare un pezzo di storia del teatro romano che ha lasciato una traccia indelebile, diventando modello insuperato.

Attorno all'omonimia e alla somiglianza tra due fratelli, Plauto costruisce il prototipo della commedia degli equivoci.

I Gemelli di Plauto sono un capolavoro del teatro antico, un modello per la drammaturgia di tutti i tempi. Plauto fa sì che due persone perfettamente identiche si ritrovino, uno all’insaputa dell’altro, nello stesso luogo: il gioco è fatto.

Il tema del doppio, si sa, è un bel tormentone filosofico, antropologico, psicanalitico…

Plauto ne intuisce le implicazioni e ne sfrutta le inesauribili potenzialità in una commedia travolgente nel gioco degli scambi e degli equivoci, perfetta nel disegno dei personaggi che altro non sono che esemplari figure comiche e ideali rotelle di un meccanismo fonte di inesauribile comicità.

Mercoledì 10 luglio ore 21 la rassegna viene conclusa dal best seller ciceroniano (al 4°anno di repliche!) Processo a un seduttore.

Piero Nuti è affiancato da Luciano Caratto, Barbara Cinquatti, Elia Tedesco e Giovanni Gibbin. Il testo è curato dallo stesso Nuti, da Pro Caelio di Cicerone.

Amori e intrighi sulle rive del Tevere e la difesa di un seduttore da parte del più geniale avvocato e oratore politico del mondo romano, ecco di che cosa si tratta.

Proseguendo nella preziosa opera divulgativa del patrimonio antico, il grande “vecchio”, l’attore e regista Piero Nuti ci guida alla scoperta di Cicerone e della sua difesa di Marco Celio Rufo, suo allievo ed amico, da una serie di pesanti accuse. Insieme alla trattazione giuridica del fatto, troviamo l’ironia, insieme al ridicolo nei fatti e nei detti.

Lo spettacolo della giustizia mantiene inalterato il suo fascino oggi, come allora: Cicerone imprime alla parola un potere capace di vincere la verità.

Roberta Tetto


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