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Porgy and Bess...ed è subito Summertime

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Martedì 2 luglio, alle ore 20, sul palcoscenico del Teatro Regio il New York Harlem Theatre presenta The Gershwins’ Porgy and Bess di George Gershwin, DuBose e Dorothy Heyward, Ira Gershwin.

A portare in scena – per un totale di 7 recite fino al 7 luglio - il capolavoro del 1935, la compagnia del New York Harlem Theatre con l’Orchestra del Teatro Regio, dirette da William Barkhymer, direttore artistico e musicale della Compagnia.

Il coro è diretto da Richard Cordova e la regia è firmata da Baayork Lee.

Michael Scott ha disegnato le scene, i costumi sono di Christina Giannini e le luci di Reinhard Traub.

George Gershwin è uno dei compositori più eseguiti e incisi di tutti i tempi; non tanto nei teatri e nelle sale da concerto, quanto per le sue canzoni, i suoi standard jazz e le melodie consacrate alla storia da esecuzioni di Ella Fitzgerald e Frank Sinatra.

Gershwin, nato a New York da immigrati russi, iniziò prestissimo la carriera come pianista e fu un appassionato studioso di Debussy, ammiratore di Ravel e della grande scuola europea, con tutto il suo bagaglio di rigore formale e tradizione.

Così come il linguaggio musicale del suo compositore, anche Porgy and Bess rifugge dalla possibilità di essere etichettata all’interno di un genere e di un solo stile.

Opera, ma con elementi di musical; linguaggio jazz, spiritual, folk song; il tutto incastonato nella forma rigorosa e raffinata della cosiddetta musica “colta”.

Leonard Liebling, critico dell’American, definì Porgy and Bess «la prima opera autenticamente americana». Gershwin coniò per il suo lavoro il termine folk opera, perché è prima di tutto un racconto popolare, che si esprime con il linguaggio, parlato e musicale, della gente di cui narra; ma è opera perché è finzione, invenzione, ricostruzione.

Fu il compositore stesso, affascinato, a ricreare quel lessico e quella grammatica musicale, che aveva ascoltato nelle comunità afroamericane dei sobborghi di Charleston nei primi decenni del Novecento, gli spirituals degli incontri di preghiera, lo swing delle sale da ballo e da gioco, il blues degli work songs.

Un’opera tutta nera, dagli interpreti al paesaggio sonoro che ne determina l’identità; i pochi personaggi bianchi, che rappresentano il potere e una giustizia priva di misericordia, non cantano, rimanendo del tutto esclusi da quel mondo.

Tratta dal romanzo di DuBose Heyward, con interventi di Ira Gershwin, fratello di George, Porgy and Bess racconta quindi prima di tutto un ambiente, una cultura e un modo di vivere, quelli della comunità nera Gullah; nello slum di Catfish Row si intrecciano le vite di pescatori, portuali, spacciatori e povera gente, crude vicende di una quotidianità tragica e ironica insieme.

Il brutale Crown, ubriaco e inferocito per aver perso ai dadi, uccide un uomo e deve fuggire.

L’unico a non voltare le spalle alla reietta Bess, sua amante, è Porgy, un mendicante storpio e da sempre innamorato di lei.

L’amore genuino di Porgy non sarà sufficiente per la debole Bess, che cederà ancora alla violenza di Crown.

Porgy a sua volta uccide Crown ma, uscito dal carcere non troverà più Bess che, abbagliata dalle promesse dello spacciatore Sportin’Life, è partita per New York.

Porgy deciderà di andare a cercarla, lasciando il finale sospeso in un’atmosfera malinconica ma rischiarata da un’incrollabile speranza nel futuro.

Al di là delle “etichette”, in Porgy and Bess ci sono pagine che continuano a essere eseguite dagli artisti più diversi e ad essere amate da tutti i tipi di pubblico, una su tutte Summertime.

Il brano è divenuto uno tra i più popolari standard jazz, interpretato da un gran numero di artisti, sia in chiave jazz sia in chiave rock, al punto da gareggiare con Yesterday dei Beatles per il titolo di canzone reinterpretata più volte.

Tra le incisioni più note, restano indimenticabili quelle di Billie Holiday, Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Miles Davis e Janis Joplin.

Roberta Tetto

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